Chamath Palihapitiya è un ex dirigente di Facebook, attuale comproprietario dei Golden State Warriors, squadra californiana dell’NBA (la National Basketball Association, la principale lega professionistica di pallacanestro degli Stati Uniti e del Canada) e venture capitalist miliardario. È anche un mascalzone insensibile.
In un podcast con il collega venture capitalist Jason Calacanis, Palihapitiya ha ostentato la propria deferenza verso il Partito Comunista Cinese (PCC) come l’etichetta di uno dei suoi cardigan firmati.
Ovvero, francamente, a Palihapitiya non importa una virgola del genocidio degli uiguri, il popolo in maggioranza musulmano, perpetrato in Cina per motivi di odio etnico e religioso.
La cosa è quasi incomprensibile. Finché non ci si rende conto che vi sono persone, come questo cittadino statunitense/canadese nato in Sri Lanka (alla ricerca di una vita migliore i suoi genitori hanno ottenuto lo status di rifugiati in Canada), che stanno attivamente dalla parte del brutto di questo mondo.
Palihapitiya sostiene che, poiché negli Stati Uniti d’America, vi è un enorme problema di razzismo contro la gente dalla pelle scura, come potrebbe allora lui commentare ciò che avviene in Cina? Ma con questo ragionamento qualcuno potrebbe pensare che oggi in Cina vi siano dei venture capitalist miliardari uiguri che svolgono lo stesso suo lavoro .
Da più di due anni dalla Cina filtrano notizie sulle atrocità perpetrate contro gli uiguri, come per esempio la sterilizzazione forzata delle donne onde ridurne la popolazione.
Su questo tema il cestista dei Boston Celtics, Enes Kanter Freedom, citatdino turco di origine svizzera, ha osservato: «Quando vengono compiuti genocidi, sono le persone come questa», cioè Palihapitiya, «che li permettono». E quando, in ottobre, Kanter ha definito il presidente cinese Xijinping Zinping un «despota brutale», il PCC ha smesso di trasmettere le partite dei Celtics.
Tutto invece tace da parte dell’NBA. Al che il senatore Repubblicano statunitense, Tom Cotton, rappresentante dell’Arkansas, ha postato parole severe via Twitter nei copnfronti del commissario della NBA, Adam Silver: «A meno che Adam Silver e l’NBA non vogliano essere definiti ipocriti sfacciati che sostengono un genocidio perpetrato per motici religiosi, debbono costringere il miliardario woke Chamath Palihapitiya a vendere la quota dei Golden State Warriors che detiene».