Mercoledì 1 marzo il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, imbarazzatissimo, è stato interrogato , tra i fuochi dei repubblicani e i silenzi dei democratici, alla Commissione Giustizia del Senato. I senatori repubblicani hanno incalzato Garland con una raffica di domande puntuali, relative ai pregiudizi anticattolici e antivita all’interno del Dipartimento di Giustizia (DOJ) e dell’FBI, alla mancanza di indagini e di arresti nei confronti delle decine di attentatori che dallo scorso anno vandalizzano, incendiano, distruggono centri pro life, chiese e addirittura minacciano la vita dei giudici della Corte Suprema. Le domande provenienti dai senatori Lee, Kennedy, Cruz, Hawley, Cotton e Blackburn hanno riguardato la mancata applicazione delle leggi federali nei confronti dei manifestanti che protestavano illegittimamente (dopo il trafugamento della bozza della sentenza Dobbs) nei pressi delle abitazioni dei giudici della Corte Suprema, nonché la mancanza di indagini e arresti nei confronti delle organizzazioni terroriste Ruth Sent Us e Jane’s Revenge. C’è chi ha argomentato che il Dipartimento di Giustizia non sia “d’accordo con la decisione Dobbs ed è stato pienamente felice di rifiutarsi di far rispettare la legge e di permettere minacce di violenza”. Garland ha più volte ripetuto che i pro vita che protestano fuori dalle cliniche sono ben identificabili perché lo fanno pacificamente e alla luce del giorno, mentre gli autori dei numerosissimi atti vandalici ai danni di chiese e centri pro life hanno agito prevalentemente di notte, sottraendosi così ai tentativi di identificazione e di arresto. Le brave persone non compiono malefatte di sera e perciò sono più facilmente punibili, più difficile invece è colpire i malfattori che agiscono con il favore delle tenebre.
Il senatore Hawley, in particolare, ha provato come il Dipartimento di Giustizia agisca discriminando gli attivisti pro vita che vengono arrestati fuori dalle cliniche abortiste o nelle loro abitazioni, mentre gli attivisti pro aborto sono rimasti impuniti dopo aver incendiato i centri di gravidanza o minacciato leader pro life e giudici. Nessuna scusa da Garland, sebbene tutti i senatori repubblicani abbiano fornito dettagliate evidenze dei fatti sconvolgenti che hanno colpito i pro life e i credenti americani negli ultimi dieci mesi e altrettante chiare prove della complicità del Dipartimento di Giustizia e della connivenza dell’Fbi. Ma non c’è stata solo l’incapacità di Garland nel fornire risposte convincenti: anche i senatori del Partito Democratico, incapaci di difendere l’operato del procuratore generale degli USA, hanno destato sconcerto. Dopo 250 attacchi pro-aborto a centri per la gravidanza e chiese, solo due persone sono state arrestate, questi sono i fatti che lasciano interdetti i cittadini di tutti i paesi occidentali e vedono il Partito Democratico, insieme alla Amministrazione Biden, complici di violenze ed intimidazioni inaccettabili per una qualunque democrazia.