I «maritati», pasta matrimoniale

La bellezza della famiglia attraverso storie, apologhi, aneddoti e spunti che oggi «Nostradomus» raccoglie per seminare un domani migliore

maritati

La bellezza della famiglia attraverso storie, apologhi, aneddoti e spunti che oggi «Nostradomus» raccoglie per seminare un domani migliore

Le Puglie sono una terra meravigliosa e così è la sua cucina. Imperano ovviamente le orecchiette, ma accanto vi sono i maritati. Si acquistano anche in confezioni prêt-à-consommer. Banalmente sono due tipi diversi di pasta, orecchiette e maccheroncini, giustapposti nei pacchetti, nella pentola e nei piatti. Ma nella saggezza dei popoli non vi è mai nulla di banale e di solo giustapposto.

Il nome di quell’unione fra paste diverse che diventano una nel piatto è volutamente sponsale e celebra un coniugio indelebile. Si chiamano «maritati» perché appunto di due diventano uno solo, inscindibilmente, indivisibilmente. Come marito e moglie.

Si dice infatti che, in occasione dei matrimoni, la nonna dello sposo si dedicasse a tirare la pasta per farne i maccheroni mentre quella della sposa si occupasse delle orecchiette. L’impasto è il medesimo, fatto con semola di grano duro, e vengono entrambi i tipi tirati con un ferro apposta, il paduro. Poi nel pranzo di nozze si univano le due lavorazioni, generando proprio “i maritati”. È comunque un piatto tipico della domenica e dei giorni di festa.

Da pensarci seriamente quando l’acqua bolle.

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