I furbetti cechi che curano l’infertilità con la FIVET

La Repubblica Ceca risolve l’infertilità con la fecondazione assistita, business da mezzo miliardo di corone l’anno

Coppia in attesa del figlio

Image by egor105 from Pixabay

Last updated on marzo 1st, 2020 at 09:25 am

Le cliniche per la riproduzione assistita della Repubblica Ceca sono sotto l’obiettivo degli specialisti di fertilità maschile per i metodi d’azione che impiegano. Secondo gli specialisti infatti, nel 75-80% dei casi l’infertilità sarebbe ascrivibile a tre cause: infezioni, squilibrio ormonale o varicocele, una dilatazione varicosa patologica che colpisce circa il 35% degli uomini, in modo particolare in età giovanile. Cause che possono essere affrontate, curate e risolte mediante trattamenti specifici, studiati su misura a seconda del singolo caso.

Nelle cliniche di riproduzione assistita ceche, invece, nella maggior parte dei casi si sceglie di proporre alle coppie la fecondazione in vitro, ignorando completamente i motivi dell’infertilità maschile. La fecondazione in vitro, in questi centri, dovrebbe in realtà essere l’estrema ratio, la proposta da fare alle coppie quando tutte le altre strade si sono rivelate fallimentari.

Ora, in un momento storico nel quale il calo della natalità è una vera e propria emergenza ‒ ignorata in Europa e che preoccupa persino la Cina ‒, le cliniche di riproduzione assistita della Repubblica Ceca sono una meta molto gettonata dalle coppie anche degli Stati vicini. Radio Prague International riporta la testimonianza di una coppia che si è rivolta a una clinica ceca: «Ci hanno detto che il problema dell’infertilità era dovuto al varicocele di mio marito», racconta la donna, «e che poteva essere risolto mediante un piccolo intervento chirurgico. Ma hanno anche detto di non essere sicuri del risultato e hanno consigliato la riproduzione assistita. Non hanno mai offerto un intervento chirurgico come prima opzione, e penso davvero che sia stato per motivi economici».

L’elemento economico non ha una rilevanza marginale. Risolvere l’infertilità maschile mediante un piccolo intervento chirurgico, la somministrazione di medicine e l’adozione di un nuovo stile di vita da parte del paziente produce infatti due effetti: comporta un costo molto inferiore e mette la coppia, se lo desidera, in grado di concepire un secondo figlio in modo naturale, senza più l’intervento della clinica. Risolvere l’infertilità con la fecondazione in vitro porta un maggiore introito alla clinica, e rende la coppia dipendente dalla clinica anche per future gravidanze.

Sempre Radio Prague International riferisce il parere di Libor Zámečník, responsabile del dipartimento di Urologia dell’Università Carolina di Praga, che spiega: «Gli uomini possono avere un piccolo problema di fertilità che è abbastanza facile da trattare e che non richiederebbe affatto che la coppia si sottoponesse alla fecondazione in vitro. Dei casi di infertilità sui quali ci siamo confrontati parliamo come minimo del 75% dei casi».

La questione è arrivata anche sul tavolo del viceministro della Sanità, Roman Prymula, che afferma di essere al lavoro su un decreto che porterebbe i medici ad affrontare tutte le possibilità e a proporle alle coppie che si presentano nelle cliniche, tenendo la fecondazione in vitro come ultima possibilità. Il percorso però non sembra in discesa: le società di assicurazione sanitaria finanziano la fecondazione in vitro con circa mezzo miliardo di corone ogni anno, pari a quasi venti milioni di euro. Risolvere alla radice l’infertilità maschile non è certo il loro primo obiettivo.

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