I diritti della persona già nel grembo materno

Un libro importante di Giovandomenico Gemelli ne ragiona sul piano giuridico, filosofico e psicologico

Bambino

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Lo sapevate che già l’embrione e poi, in misura maggiore, il feto, mostrano sensibilità verso i suoni, i rumori, le luci, i cambiamenti climatici dovuti all’alternarsi delle stagioni, le parole affettuose o minacciose della madre, le situazioni di disagio o meno nella famiglia e altro?

Secondo le scoperte scientifiche più recenti e gli studi avanzati di psicologia, infatti, la vita prenatale è un periodo fondamentale per lo sviluppo fisico e psichico del bambino, che, durante questo periodo, stabilisce le fasi della propria vita e il comportamento futuro come essere pienamente integrato con l’umanità. La scienza moderna afferma che, dal momento della fusione dei gameti maschile e femminile, inizi a vivere un nuovo essere umano, dotato di dignità propria e di diritti inviolabili, con un codice genetico che ne contiene tutte le caratteristiche, già iscritte nel genoma. Per la biologia, quando si realizza la fusione dei due gameti (spermatozoo e ovocita), incomincia l’esistenza di un nuovo individuo umano reale, avviando un ciclo vitale durante il quale quell’essere realizzerà tutte le potenzialità di cui è intrinsecamente dotato.

Su queste basi scientifiche, tutte rigorosamente documentate, si sviluppa l’opera dell’avvocato Giovandomenico Gemelli, La tutela risarcitoria del concepito.

Per fondare la propria tesi sulla tutela giuridica del concepito fin dalla vita embrionale, Gemelli aggiunge alle scoperte scientifiche importanti considerazioni filosofiche, di dottrina romanistica e di psicologia, nonché citazioni di leggi e di giurisprudenza. Già il filosofo greco Aristotele (384/383-322 a.C.) sosteneva che i bambini nel seno materno sono influenzati dalla madre che li porta, «come le piante dalla terra», mentre il giurista romano Salvio Giuliano (100 ca.-169), nel proprio Digesto (1, 5, 26) affermava: «Qui in utero sunt, in toto paene iure civili intelliguntur in rerum natura esse», «Coloro che sono ancora nell’utero, sono considerati come già nati in quasi tutto il diritto civile».

Gemelli appunta quindi le proprie critiche sulla centralità dell’aspetto patrimoniale su cui è fondato il Codice civile italiano del 1942, giudicato oramai sorpassato, il quale fa, invece, dipendere la capacità giuridica della persona, ovvero la sua idoneità a essere titolare di situazioni giuridiche soggettive, dalla nascita. L’avvocato auspica dunque il superamento di questa concezione onde dare una collocazione più adeguata alla persona umana, «unico vero protagonista in ogni ordinamento giuridico moderno e democratico», attraverso il riconoscimento della sua soggettività giuridica sin dal primo istante del concepimento.

In conclusione il suo studio prezioso propone l’analisi dettagliata di tutte le ipotesi di danno risarcibili del concepito sulla base della giurisprudenza italiana di merito e di legittimità.

Un’opera, quella di Gemelli, quindi importante, che non segue affatto il mainstream dominante e che affaccia ipotesi di riforme giuridiche intriganti, scientificamente e giuridicamente fondate.

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