Come in Spagna, anche in Irlanda il ribaltamento della sentenza Roe vs. Wade, da parte della Corte Suprema federale degli Stati Uniti d’America, ha portato una folla gioiosa a riversarsi per le strade della capitale, per celebrare la fine del cosiddetto “diritto” a sopprimere i nascituri nel grembo materno e per gridare «come on Ireland, it’s your turn!».
Sabato 2 luglio, a Dublino, in occasione dell’appuntamento annuale con il Rally for Life, la marcia per la vita che non si teneva dal 2019 a causa delle regole di contenimento della pandemia da CoViD-19, migliaia di persone sono partite dal Garden of Remembrance, il memoriale dedicato a «tutti coloro che hanno dato la vita per la causa della libertà irlandese». I manifestanti hanno poi percorso la O’Connell Street, sventolando striscioni e proclamando slogan come «La Roe vs. Wade è stata rovesciata. Forza Irlanda, tocca a te!».
Pochi gli oppositori filo-abortisti che si sono presentati all’evento, nonostante nel Paese si stia muovendo un fronte che si definisce «pro-choice» e che auspica la liberalizzazione ulteriore dell’accesso all’aborto, per esempio con la soppressione dei 3 giorni di “riflessione” che la legge impone alle donne che desiderino cessare la gravidanza. L’Irlanda ha reso legale l’aborto solo alla fine del 2018, eppure da allora sono già stati praticati circa 21.000 aborti.
Fra gli oratori che hanno parlato dal palco, al termine della marcia, anche Dermot Kearney, il medico che attraverso il metodo dell’«Abortion Pill Reversal» aiuta le madri, che abbiano iniziato la trafila dell’aborto chimico e in seguito benedettamente cambiato idea, a salvare i propri figli nel grembo. Il dottor Kearney, sospeso per un anno dalla professione e processato a causa dell’impegno pro-life profuso, in marzo è stato riabilitato e ha potuto riprendere il proprio prezioso lavoro.