Anche nelle Filippine, come altrove nel Sud-Est asiatico, è stata avanzata una proposta di legge che mira al riconoscimento del “matrimonio” omosessuale.
Si tratta in realtà di un primissimo passo, cioè della presentazione nel Senato di un testo che vorrebbe sancire il diritto di accesso alle unioni civili per le coppie composte da persone dello stesso sesso. Tali unioni intendono assicurare ai partner same sex alcune garanzie, per esempio la possibilità di ricevere una eventuale eredità dal compagno o dalla compagna. Oppure, ma in tal caso la questione si fa più controversa, quella di adottare un bambino o una bambina.
Il disegno di legge è stato presentato da Robin Padilla, neo-senatore, ex attore e regista cinematografico. Dopo il passaggio nel Senato, il testo promosso da Padilla dovrà essere approvato anche nell’Assemblea plenaria e affinché entri in vigore dovrà ottenere pure il sostegno della Camera dei deputati e del presidente, Ferdinand Marcos Jr.
Al momento, non esiste una legislazione nazionale che regolamenti quanto attiene alla comunità LGBT+, sebbene comunque già «25 giurisdizioni locali abbiano leggi antidiscriminatorie che vietano il pregiudizio basato sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Il disegno di legge sull’orientamento sessuale e l’espressione dell’identità di genere (SOGIE) è stato presentato per la prima volta al Congresso filippino nel 2000».
L’ultimo sondaggio in proposito, che rileva il sentire della società civile filippina rispetto all’ipotesi di “matrimonio” fra persone dello stesso sesso, risale al 2018 ed evidenzia come «[…] il 61% dei filippini fosse del tutto contrario alla proposta».