«Un sogno chiamato bebè». Questo il nome dell’evento che dovrebbe svolgersi il 21 e 22 maggio a Milano, negli East End Studios. A quasi tre mesi dal suo inizio, le polemiche giustamente divampano. Molti denunciano un evento che di fatto pubblicizza l’«utero in affitto», mentre gli organizzatori si difendono dichiarando che non è così.
Le premesse a Parigi
Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia, rileva che il contenuto dell’evento è già stato svelato nel corso della Fiera di Parigi, «dedicata alla fecondazione artificiale e alla pubblicizzazione della surrogazione di maternità, con la partecipazione di diversi operatori commerciali che curano l’offerta di pacchetti a pagamento per la fecondazione artificiale», dice la senatrice. E aggiunge: «Questo è inaccettabile».
L’interrogazione
La Rauti ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno e al ministro della Salute per chiedere se «siano a conoscenza dei fatti esposti e quali azioni abbiano intenzione di intraprendere per garantire il rispetto delle leggi vigenti in materia e contrastare ogni azione commerciale che costituisca un illecito e se ritengano che il programmato evento di Milano ‒ dove la surrogazione di maternità verrà pubblicizzata e gli aspiranti genitori potranno comparare servizi e prezzi e scegliere il “pacchetto” più adatto alle proprie ambizioni genitoriali ‒ rappresenti una violazione delle norme».
La legge 40
«In Italia», ricorda la Rauti, «la surrogazione di maternità è una pratica espressamente vietata dalla legge del 19 febbraio 2004, n. 40, che commina la reclusione tra tre mesi a due anni e la multa da 600.000 a un milione di euro a “chiunque, in qualsiasi forma, realizza organizza o pubblicizza […] la surrogazione di maternità”». Per Fratelli d’Italia, prosegue, «è inaccettabile che una donna sia considerata un’incubatrice senza diritti e sia spesso sfruttata perché in situazione di grave bisogno economico. È una violenza e una ferita profonda per la psiche e per il corpo. Tantomeno è accettabile che un neonato sia ridotto a oggetto di compravendita».
Per poi concludere: «Tutto questo è, oltre che fuorilegge, anche moralmente ben lontano dalla dignità umana. Che su questo venga fatto addirittura un evento nella città di Milano è senza giustificazione».