Sulla vicenda della fiera Un sogno chiamato bebè Palazzo Marino continua a fare spallucce, ma c’è un precedente che inchioda l’amministrazione comunale milanese alle proprie responsabilità. In novembre, infatti, il Tribunale di Milano aveva ordinato al Comune di trascrivere l’atto di nascita di un bambino, nel cui stato di famiglia figuravano due “padri”. Il dibattito, pertanto, è più che mai aperto e, anche all’interno della maggioranza che sostiene la Giunta Sala, le opinioni sono tutt’altro che unanimi. «iFamNews» ne parla con Matteo Forte, consigliere comunale d’opposizione, e capogruppo di Milano Popolare a Palazzo Marino.
Forte, l’opposizione come sta gestendo il caso della “fiera dell’utero in affitto”? C’è stato qualche riscontro da parte della Giunta Sala?
Al momento nessun riscontro. C’è da dire che, come già successo in passato, con la controversia sulla trascrizione del bambino con due padri, anche in questo caso si è aperta una crepa nella maggioranza. Lunedì scorso, per esempio, il consigliere del Partito Democratico Roberta Osculati (con lei ho sempre fatto un lavoro bipartisan, a partire dalla commissione speciale sulle politiche familiari, istituita con mia delibera durante la scorsa consiliatura, di cui la Osculati è stata presidente e io vice) è intervenuta in aula, chiedendo alla Giunta di prendere posizione ed evitare, in tutti modi, qualunque forma di sponsorizzazione di quello che, per l’ordinamento italiano, è un reato. Siamo infatti di fronte a una palese violazione della normativa italiana. Chiunque sia andato a vedere questa fiera all’estero lo conferma: c’è la possibilità concreta di scegliersi il figlio, di vedere come “produrlo”, insomma stiamo parlando di qualcosa di discutibile sul piano sia morale sia giuridico. Quindi, queste modalità, compresa l’iscrizione all’anagrafe dei minori come figli di genitori dello stesso sesso, sono una forma di sponsorizzazione.
Come giudica l’atteggiamento del sindaco Sala e della sua maggioranza rispetto a questa vicenda?
Su questi temi il sindaco normalmente non mette la faccia, mi aspetto però una sua presa di posizione. Nel frattempo c’è un’interrogazione della collega Debora Giovanati (Lega) che attende risposta dalla Giunta. La maggioranza si è impegnata, per voce dell’assessore Arianna Censi, a ricostruire i fatti che porteranno la fiera a Milano in maggio. Li aspettiamo al varco: sarebbe importantissimo non solo che forniscano delucidazioni, ma che la stessa Giunta prenda una posizione, anche se su questo non sono molto fiducioso.
Ritiene che l’opinione pubblica sia sufficientemente informata e sensibilizzata su questo tema?
Quello che noi dell’opposizione stiamo facendo è proprio un’opera di sensibilizzazione. Dal punto di vista politico siamo in minoranza, dal punto di vista culturale non lo so, ma sicuramente è in atto una pesantissima narrazione mediatica che sta facendo passare come normale ciò che normale non è. Abbiamo visto tutti, qualche giorno fa, la paginata del Corriere della Sera con la foto di un noto cantautore a cui sono arrivati un bimbo e una bimba di nove mesi… Ma come hanno fatto ad arrivare? I due bimbi sono certo stati portati dalla cicogna, i bambini non nascono sotto il cavolo… Cos’è accaduto, insomma? Ecco, si vuol censurare un aspetto di realtà che riguarda la vita di quei bambini, i quali, presto o tardi, si chiederanno da dove sono venuti. Credo che qaunto stiamo facendo sia già una testimonianza seria atta a mantenere una pressione critica verso una mentalità che sta passando sempre più come “normale”. Una mentalità che intende sacrificare pezzi di realtà, senza farsi troppi problemi. Credo sia questo il valore principale della nostra azione politica, per quanto isolata e non comunicata come si dovrebbe. Il valore in cui ci riconosciamo è anzitutto quello della testimonianza, proprio con questa finalità: fare pressione critica. Ribadisco però: non sono fiducioso delle risposte della Giunta.