Last updated on Giugno 8th, 2021 at 08:57 am
Il film è di quelli già visti. I Radicali che fanno le vittime, che pestano i piedi, che alzano la posta e che puntano il dito contro il parlamento e i partiti, emblema dei compromessi al ribasso, oltre che di una mentalità gretta e retrograda. E che quindi indicono il lavacro supremo di ogni peccato democratico, il potere diretto al popolo salvifico per definizione: ovvero un nuovo referendum. Perché, certo, tutto si discute, tutto va discusso, tutto è opinione, la verità è solo quella che impongo le maggioranze.
La stagione istituzionale dei Radicali italiani, quella cioè che aveva visto Emma Bonino ministro prima e la nascita di +Europa poi, sembra ormai esaurita. A prendersi la rivincita è ora l’ala movimentista, quella dei gesti plateali e delle campagne choc, come ai “tempi d’oro” di Marco Pannella (1930-2016). Protagonista assoluto di questa nuova fase è dunque Marco Cappato, che, per l’appunto, ha depositato un nuovo quesito referendario, coadiuvato dall’immancabile Associazione Luca Coscioni.
Il quesito prevede la parziale abrogazione dell’articolo 579 del Codice penale, nel comma che sanziona l’«omicidio del consenziente». Rimarrebbero invece le aggravanti nel caso siano coinvolte persone fragili. Le firme saranno raccolte nei mesi di luglio, agosto e settembre, nella prospettiva di chiamare gli italiani alle urne nella primavera del 2022. Fanno parte del comitato promotore del referendum i Radicali Italiani, il Partito Socialista Italiano, Eumans, Volt, +Europa.
In parlamento il primo plauso arriva dal Movimento Cinque Stelle: Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, ha annunciato che a giugno se ne discuterà in aula.
A far riflettere non sono soltanto le dichiarazioni rilasciate da Cappato a RadioCapital, ma anche il contorno: nessun contraddittorio e due conduttori completamente asserviti ai desiderata dell’intervistato. Due conduttori, Edoardo Buffoni e Mary Cacciola, profondamente seccati del fatto che il parlamento ponga un «ostacolo a legiferare» sull’eutanasia, rendendo difficile l’avanzata di quelli che vengono nientemeno definiti «nostri diritti civili», «nostri diritti umani». Poi c’è l’ospite, tutto intento nella consueta opera di manipolazione della realtà.
La «cultura di morte» ha fatto passi da gigante negli ultimi quattro anni: prima la Legge 219/17 sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (probabilmente la più liberal d’Europa); poi i due pronunciamenti della Corte costituzionale: l’ordinanza del 2018 e la sentenza del 2019 sul caso di Fabiano Antoniani, alias DJ Fabo (1977-2017). Per Cappato, però, tutto questo è ancora scandalosamente poco. Sa che non può più prendersela con un Vaticano oggettivamente molto meno “ingerente” rispetto a «dieci o venti anni fa». L’ostacolo più grande, adesso, sono i partiti, troppo prudenti per schierarsi su temi che «appartengono al vivere civile ma che non possono essere usati per scontri di fazione e di schieramento».
Se è vero, poi, che gran parte della popolazione attribuisce scarsa importanza alla legalizzazione dell’eutanasia, viste anche le vere urgenze del Paese, ecco il rovesciamento di prospettiva. Al conduttore che si lagna di come la «tragedia della pandemia» abbia fornito l’«alibi» per «non occuparsi anche di diritti civili», gli fa eco Cappato che lamenta: «Hanno detto anche a te che ci sono cose più importanti di cui occuparsi». Del resto, poco prima di depositare il quesito in Cassazione, Cappato aveva detto: «In Spagna» l’eutanasia «in sei mesi è stata approvata, nonostante la pandemia. Non può essere più una scusa per non affrontare il tema». Ultimo, ma non ultimo: per i Radicali e per la stampa che li sostiene, è un’ingiustizia dover andare in Svizzera per ricevere un «aiuto» a morire, che, nella migliore delle ipotesi, verrebbe a costare 12mila euro.
Certo, la maggior parte dei referendum Radicali degli ultimi anni si era rivelato un flop, ma oggi ci sono VIP e influencer. Potentissimi.
Image source: Luca Cappato from https://www.lucacoscioni.it licensed by CC BY 2.0