Eutanasia, la bestia trionfa

Un ordinamento giuridico che garantisca l’impunibilità a chi sopprima una persona è un bordello che non si regge in piedi

Il diavolo e l'eremita

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Last updated on Maggio 30th, 2021 at 06:09 am

Il 28 aprile Marco Cappato e Mina Welby, dell’Associazione Luca Coscioni, sono stati assolti anche dalla Corte di Appello di Genova per l’assistenza al suicidio fornita a Davide Trentini (1964-2017). È il via libera che i Radicali attendevano. Ora hanno il vento in poppa per chiedere, come scrivevamo ieri, il referendum per legalizzare la morte procurata: portare la gente a dire che sì, è bellissimo uccidere un altro che soffre, che ha difficoltà, che è demente. Tanto varrebbe allora impasticcarsi tutti di CoViD-19 a cominciare dai vecchi inutili, decrepiti e un po’ suonati.

Noi non finiremo mai di trasalire.

Ci sembra così assurdo che ci pare di essere vittime di uno scherzaccio. Legalizzare la morte procurata di una persona, scegliendo accuratamente fra quelle che soffrono e che hanno bisogno di aiuto. E allora perché non legalizzare furto, stupro, omicidio, pedofilia. Tanto c’è sempre una giustificazione pronta.

Un ordinamento giuridico che garantisca l’impunibilità a chi sopprima una persona è una baracca che non si regge in piedi, un mattatoio che non ha fondamenta, un bordello dove crolla tutto.

Davvero noi non finiamo più di trasalire. Come si fa anche solo a immaginare una disumanità di questo genere? Come si può pretendere poi che la gente si fidi, si senta sicura, rispetti i patti, onori la parola data, faccia ciò che deve, lavori, costruisca, operi? È letteralmente il nichilismo finale.

Nel 1584 il filosofo campano Giordano Bruno (1548-1600) pubblicò a Londra lo Spaccio de la bestia trionfante raccontando di una riforma ordinata da Giove per rinnovare tutte le cose in quanto tutte le cose erano sbagliate. Gli eutanasisti questo vogliono: rifare un mondo che ritengono sbagliato. La bestia trionfa.

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