Educazione sessuale finalmente vera

Dal mondo ispanofono una proposta contro i disvalori del mondo. Che funziona

Last updated on aprile 14th, 2021 at 10:38 am

Il programma «Aprendiendo a Querer», «Imparare ad amare», è iniziato trent’anni fa: allora era un sogno ambizioso, oggi viene utilizzato in diversi continenti ed è stato tradotto in molte lingue. Christine de Marcellus de Vollmer in Venezuela e Carlos Beltramo in Argentina hanno ideato un programma completo per educare il carattere e sviluppare la personalità, esito di 10 anni di studi neuropsicologici, concependolo e sviluppandolo per sfruttare al massimo le opportunità a livello di ragionamento infantile e adolescenziale che si presentano ai bambini e agli adolescenti nelle fasi della crescita, il tutto secondo modalità pedagogiche pensate specificamente per l’ambiente scolastico.

La Vollmer e Beltramo sono stati degli autentici pionieri nell’uso della tecnica dello storytelling in ambito scolastico. L’idea di fondo è che ogni libro utilizzato sia come un romanzo e racconti la storia di Carlos, di sua cugina Alicia e del loro gruppo di amici, catturando l’immaginazione degli studenti mentre li porta a riflettere e ad analizzare la realtà in cui sono immersi. La narrazione si sviluppa in 13 testi animati, adatti all’uso lungo un percorso che va dall’età prescolare alla scuola superiore. Man mano che procede, la storia passa attraverso situazioni esistenziali di carattere universale, percorrendo il normale sviluppo psicologico delle fasi della crescita.

Una delle loro imprese più grandiose e recenti è iniziata nel 2012. La Federazione africana per l’azione familiare (FAAF), un’associazione cattolica che riunisce molti Paesi africani di lingua francese, inglese e portoghese, ha chiesto che «Aprendiendo a Querer», nato appunto in Venezuela, venisse adattato all’insegnamento dell’educazione sessuale in Africa. L’iniziativa ha così adattato e tradotto libri per bambini di 3, 5, 6 e 7 anni, introducendo nuove illustrazioni più in sintonia con la realtà africana.

Nel 2018 la fondazione cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre ha stanziato un finanziamento per contribuire al pieno sviluppo del progetto per altri 10 anni. L’obiettivo è di raggiungere 200mila tra bambini e adolescenti attraverso i 13 livelli del programma.

I libri adottati vengono donati ai vescovi di ogni Paese per l’uso gratuito in scuole e istituti cattolici. Gli insegnanti più trainanti ricevono formazione online sulla pedagogia dell’integrazione della persona umana da parte di Beltramo, che è specialista della materia nell’Istituto di cultura e società dell’Università di Navarra.

Il programma cerca di insegnare ai bambini a cercare il bene, offrendo loro gli strumenti per affrontare il bombardamento mediatico di tipo materialista e anti-valoriare di oggi, che in troppi casi conduce poi alla tossicodipendenza, alla violenza e all’irresponsabilità sessuale, in un circolo vizioso che mina le nostre società. Questo viene fatto utilizzando i tre livelli dell’essere umano: quello spirituale, quello psicologico/intellettuale e quello corporale. Del resto il programma tratta di situazioni molto simili a quelle che incontrano tutti i giovani di oggi, aiutandoli a riflettere su quale sia la strada migliore per la loro felicità.

La speranza è che tali iniziative possano essere moltiplicate. Oggi, in molti Paesi, sono i liberal progressisti ad avere il il controllo quasi totale della narrazione nel campo dell’educazione sessuale e dei valori. Bisogna però rendersi conto di cosa ciò comporti e proporre programmi analoghi nelle scuole frequentate dai nostri figli.

A Caracas, la capitale del Venezuela, nel 2013 le scuole per cui questo programma è stato ideato facevano registrare un tasso di gravidanze dell’8% tra le ragazze degli ultimi anni della scuola secondaria. Ma nel 2018, dopo l’attuazione del programma, il livello è sceso all’1%. Questo mostra come un’educazione sana, basata su valori, influenzi direttamente le gravidanze in età adolescenziale. I metodi educativi usati in precedenza, tra cui la distribuzione di preservativi e di pillole anticoncezionali, hanno invece fallito e ovviamente favorito la retorica di chi usa le cifre della gravidanza adolescenziale per giustificare la legalizzazione dell’aborto.

Exit mobile version