Last updated on Maggio 7th, 2020 at 04:03 pm
La Giornata dei Bambini Vittime (GBV) della violenza è la prima manifestazione, in Italia e nel mondo, contro la pedofilia, ideata nel 1995 dall’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto. Vuole essere un momento di riflessione sulla condizione dell’infanzia e di sensibilizzazione sia della società civile sia delle comunità ecclesiali cattoliche e di altre confessioni religiose sul triste fenomeno della pedofilia, della pornografia infantile e contro gli abusi sessuali sui minori, ma anche uno stimolo per incoraggiare azioni in favore dei deboli e degli indifesi.
Purtroppo gli abusi contro i bambini non si fermano nemmeno davanti al coronavirus, così come non si sono fermati i pedofili e i pedopornografi di tutto il mondo. Per questo motivo, dice don Di Noto, «bisogna continuare ad alzare la voce contro chi sfrutta e abusa i più piccoli, sottoponendoli a violenze bestiali e redditizie, perché le foto e i video pedopornografici alimentano un mercato fiorente che non conosce alcuna crisi».
Quest’anno la XXIV GBV si celebra dal 25 aprile al 3 maggio, e sarebbe dovuta finire con il tradizionale incontro con il Santo Padre in piazza san Pietro, ma, a causa della pandemia, la partecipazione alla recita del Regina Cœli potrà essere soltanto virtuale, attraverso i social network. Della XXIV GBV parla il fondatore e presidente, don Di Noto.
Gli anni passano ma non passano gli abusi sui minori. Per questo serve la giornata di sensibilizzazione?
Con la GBV vogliamo ricordare che ci sono bambini da tutelare dentro e fuori la famiglia, dado loro attenzione e amore. Ma noi come Associazione Meter vogliamo anche ricordare che ci sono milioni di bambini vittime della pedofilia e della pedopornografia che ogni giorno denunciamo alle forze di polizia in Italia e nel mondo. Vogliamo denunciare l’assurda e indicibile condizione dei piccoli abusati (da pochi giorni di vita fino a 13 anni, età preferita dai pedofili) nel business della pornografia e la prostituzione minorile. Vogliamo pure ricordare anche tante famiglie che si rivolgono a Meter per i casi di adescamento dei figli. Sono, queste, vittime che finiscono in mano a soggetti perversi e in alcuni casi a organizzazioni criminali che prosperano a volte per la mancanza di azioni coordinate e repressive da parte delle autorità a ciò preposte in tutto il mondo. Come se non bastasse, il deep web (ossia la parte oscura di Internet) e spesso le piattaforme social (appellandosi alla tutela della privacy e attraverso la criptografia) hanno reso più difficile l’azione di individuazione e di contrasto.
I colossi del web combattono i presunti omofobi, i fascisti, i nazionalisti, e così via, ma, stranamente, non reagiscono quando voi denunciate la pedopornografia presente in rete…
Il problema è che i predatori di bambini agiscono su scala globale e soprattutto attraverso Internet. Purtroppo restano impuniti perché non vengono mai individuati. E questa è la responsabilità che hanno i colossi del web, che Meter denuncia da anni, i quali si appellano alla tutela della privacy dei propri clienti. Bisogna fare dunque di più: le vittime sono tante, milioni come ricordavo, e il silenzio alimenta nefandezze e crimini. Per di più non esiste alcuna omogeneità fra le leggi dei vari Stati del mondo che permetta di affrontare questi fenomeni in maniera comune.
Denunciando i giganti del web non bisogna scordarsi del ruolo ipocrita e fazioso svolto dai media, che da un lato si occupano della pedofilia soltanto quando riguarda il clero (basta citare il caso vergognoso costruito attorno al cardinale australiano George Pell), mentre dall’altro ignorano il fenomeno quando si verifica al di fuori dall’ambito ecclesiastico, o, peggio, giustificano o promuovono l’ideologia pedofila…
È vero, spiace dover denunciare certi silenzi dei media: come se il problema non riguardasse l’umanità intera, la piccola umanità ferita e in molti casi taciuta, ridotta al silenzio. Del resto come possono i neonati abusati parlare o denunciare? Eppure ci sono foto e video: parliamo di migliaia di neonati, e quando diciamo migliaia, la cifra è comunque una sottostima. Come dimenticare le piccole vittime annientate dopo uno stupro, persino uccise? Come non tenere presente le ripercussioni personali, familiari, sociali ed economiche che affliggono i sopravvissuti di questa immane tragedia umana?
Quest’anno la GVB è particolare. Come celebrarla durante l’epidemia?
Celebrare una Giornata simile senza attività reali sul territorio crea non pochi problemi. L’emergenza coronavirus ha generato un distanziamento sociale necessario a tutelare la salute delle persone, ma il rimanere a casa non implica necessariamente garantire sicurezza ai bambini, che sono invece sempre più soggetti all’adescamento online e vittime di violenza. Sono necessarie maggiore vigilanza, attenzione e protezione. Siamo dunque tutti chiamati ad agire, a partecipare, a diventare protagonisti di questo evento. La GBV non è cioè solo dell’Associazione Meter, ma di tutta l’umanità: occorre allora passare dalle parole e dalle buone intenzioni ai fatti concreti, che uniscono forza e impegno nella tutela e nella salvaguardia dei minori e dei più vulnerabili.
Lei si è rivolto ai sacerdoti affinché per la GVB venga recitata una preghiera particolare…
Sì, vogliamo invitare tutti i sacerdoti, nella Messa di domani, a elevare al Signore questa invocazione all’atto della preghiera dei fedeli: «Nella XXIV GBV preghiamo per il Popolo di Dio affinché promuova con coerenza la difesa, la tutela, la protezione e la cura dei piccoli violati nel corpo e nello spirito e assuma iniziative per la loro salvaguardia in famiglia, nella società e nella scuola. Preghiamo”.
Versione italiana, pubblicata per gentile concessione, dell’intervista comparsa sul settimanale cattolico polacco Niedziela