Avevano vissuto un tormento emotivo adolescenziale. Si percepivano del sesso opposto a quello biologico. E così, sospinti da qualche adulto, avevano iniziato un percorso ‒ quasi sempre farmacologico ‒ per “cambiare sesso”. Una volta divenuti dei transgender, tuttavia, hanno vissuto un tormento peggiore di quello precedente e hanno capito che la felicità non risiede affatto nella negazione della biologia, anzi. Sono allora faticosamente tornati indietro. E oggi celebrano questo fatto. Parliamo dei ragazzi detrans.
L’associazione
Il 12 marzo hanno dato vita a un evento sui social media per sensibilizzare tutti sul tema. Molti hanno pubblicato le proprio foto prima e dopo il processo di detransizione. L’evento è stato organizzato da un’associazione ad hoc, Genspect, il cui motto è «Torniamo a casa da noi stessi». Sul sito si legge: «I detrans hanno vissuto un drammatico viaggio di accettazione di sé e un viaggio impopolare di transizione e ritorno. Al momento della transizione, abbiamo sentito il sostegno da parte di medici, professionisti della salute mentale e amici». Ma nel viaggio di ritorno, «quelle voci esultanti tacciono e la nostra esistenza viene ignorata».
Ragazzi scomodi
E ancora: «Alcuni dicono che la detransizione è molto rara. Altri si rifiutano di riconoscere che esistiamo. Vogliamo che tutti vedano che siamo un gruppo in rapida crescita. I nostri bisogni sanitari unici sono ignorati dagli stessi professionisti che erano ansiosi di medicalizzarci. Non ci nasconderemo nell’ombra. Meritiamo un trattamento medico etico».
Il sostegno
Youtube offre molti video di giovani che si sono allontanati dal transgenderismo. Stella O’Malley, psicologa irlandese che ha fondato Genspect, afferma: «I detrans sono stati maltrattati dalla società, noi vogliamo prestare loro ascolto e assicurarci che anche altri vengano a conoscenza di questi problemi. Troppo poche persone sembrano essere consapevoli del fatto che la transizione medica comporti un onere medico molto pesante sul corpo e raramente è all’altezza dell’immagine degli altipiani illuminati dal sole dove apparentemente puoi diventare un membro del sesso opposto. L’amara realtà è che non potremo mai diventare un’altra persona».