Cristianofobia, nuovo attacco a Leicester

Libertà religiosa sotto tiro. I domenicani inglesi ne sanno qualcosa

Chiesa di Santa Croce Leicester

Image from Holy Cross Priory Leicester's official Facebook page

Last updated on aprile 6th, 2021 at 05:30 am

«Questi episodi mettono a rischio la continuità del nostro ministero, che prosegue ininterrotto da decenni». A scrivere sono i padri domenicani della comunità della Santa Croce di Leicester, città inglese di oltre 300mila abitanti, sulle rive del fiume Soar, nelle Midlands Orientali. I padri custodiscono l’omonima parrocchia, la cui costruzione è iniziata nel 1929. E proprio questa chiesa è stata oggetto di una ondata di vandalismi negli ultimi giorni del 2020.

Il 2019 è stato l’annus horribilis della cristianofobia: secondo il rapporto stilato dall’Istituto Gatestone, al quale “iFamNews” ha dedicato un reportage, in Europa si sono registrati oltre 3mila attacchi alle chiese, una media di 5 casi al giorno. Ora, i dati del 2020 non sono ancora stati resi noti, ma i segnali che giungono dai media e dalle comunità religiose continuano a essere preoccupanti.

Attacco alla chiesa

L’ultima segnalazione arriva appunto da Leicester: la mattina del 29 dicembre, tra le 7:30 e le 9:00, il silenzio della chiesa della Santa Croce viene improvvisamente spezzato da un fragore. Un pesante pezzo di cemento è stato lanciato contro la vetrata della cappella dedicata alla Madonna, mandandola in frantumi. Le vetrate sono in parte protette da sbarre di acciaio inossidabile, ma il vandalo ha calibrato bene il lancio per colpire il vetro. Voleva produrre un danno serio, e lo ha fatto: il conto per riparare la vetrata sfiora le 3mila sterline.

Passano un paio d’ore e la quiete viene infranta per la seconda volta. L’uomo ‒ lo stesso del primo attacco accerterà la polizia ‒ torna vicino alla cattedrale e colpisce, frantumandole, altre vetrate della cappella dedicata alla Madonna. Il sacrestano e alcuni volontari escono dalla chiesa per fermarlo e vengono aggrediti verbalmente dal vandalo, che li apostrofa come «cristiani parassiti».

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La polizia, subito avvertita dai padri domenicani, invia tre auto sul posto e raccoglie le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza. Poi registra l’accaduto come danno penale e come reato d’odio e avvia le indagini. Il 31 dicembre l’uomo è stato identificato e arrestato dalla polizia, ma il clima attorno alla comunità domenicana rimane pesante: «Tra la fine di novembre e il mese di dicembre», scrivono i padri, «nella chiesa della Santa Croce si sono verificati diversi altri incidenti tutti segnalati anche alla polizia».

Libertà religiosa in pericolo

Una domenica mattina di novembre due uomini sono entrati in chiesa, senza mascherine, hanno preso la croce posta sull’altare maggiore, l’hanno trascinata in giro per la chiesa scattandosi selfie e poi si sono seduti sull’altare maggiore, accanto al Santissimo Sacramento. Un atto sacrilego, compiuto violando il luogo più sacro della chiesa, per di più in palese violazione delle normative anti-CoViD-19. La polizia è al corrente di tutto, ma, nonostante le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso, i due uomini non sono stati ancora identificati.

La cristianofobia, insomma, non si arresta. Una nuova violazione delle normative anti-CoVid-19 è stata del resto registrata alle 18:00 del 24 dicembre, durante la celebrazione della Messa. Un uomo si è presentato all’ingresso senza prenotazione del posto e senza mascherina e ha aggredito la guardia che gli ha impedito l’accesso, generando il panico tra i fedeli e facendo interrompere per diversi minuti la celebrazione.

Non è opera di pazzi

I padri domenicani non tentano analisi, ma è difficile derubricare l’accaduto a semplici esagerazioni di persone folli, come spesso avviene per gli episodi di cristianofobia. Le vetrate colpite sono quelle della cappella dedicata alla Madonna e le foto blasfeme sono state scattate sull’altare maggiore: i vandali conoscono insomma il significato profondo che questi gesti hanno per i cattolici. Persino le ripetute violazioni delle normative anti-CoVid-19 hanno un valore sinistro, perché mirano a diffondere l’insicurezza tra i fedeli, per di più in una parrocchia molto ligia nel rispetto delle normative.

A questo punto le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza non possono finire nel dimenticatoio: per questo i padri domenicani chiedono aiuto a tutti i fedeli. «Gli incidenti accaduti nell’ultimo mese», affermano, «sono prove sufficienti a spingerci a contattare i nostri rappresentanti eletti in consiglio comunale, in parlamento e nei commissariati di polizia per denunciare un’attività criminale che minaccia la nostra parrocchia. Una situazione, questa, che rende il nostro ministero sempre più difficile da sostenere».

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