Cristiani perseguitati, la denuncia di “iFamNews” a Di Maio

Risponda, prima che qualcuno si inventi un altro «Ddl Zan» per reati inesistenti

Il ministro Luigi di Maio. Image from Google Images

Last updated on Ottobre 6th, 2020 at 02:11 am

In Polonia i veri perseguitati sono i cristiani, non gli LGBT+. Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo ancora. Perché la nostra denuncia, a mezzo di una importante intervista rilasciata a Federico Cenci da Bartosz Lewandowski, direttore della branca che si occupa di contenziosi giuridici di Ordo Iuris, un’associazione polacca di legali accreditata anche al Parlamento Europeo, è giunta sin dentro il parlamento italiano.

Lo ha fatto attraverso una interrogazione al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, presentata da Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia, il quale, premesso tutto il castello di carte con cui, come il pastorello di Esopo, la stampa occidentale ha inopinatamente gridato «Al lupo, al lupo!» scagliandosi contro inesistenti untori e immaginari katanga di una «caccia all’omo» che non c’è, e via sciorinando una serie di dati (quelli contenuti nella nostra intervista e altri) dimostranti a) che la «caccia all’omo» in Polonia proprio non c’è, b) che piuttosto in Polonia si respira un’aria pesante da «Ucci, ucci, sento odor di cristianucci», domanda quali posizioni intenda assumere il governo italiano nel Consiglio dell’Unione Europea e nel Consiglio Europeo.


Perché se è vero, com’è vero, che l’Unione Europea, di cui fanno parte Italia e Polonia, il 12 ottobre 2012 è stata insignita del Premio Nobel per la pace giacché «per oltre sei decenni ha contribuito all’avanzamento della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa», e se è vero, com’è vero, che parte fondamentale dell’avanzamento della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa sono a) la verità delle cose, b) la tutela dei cittadini europei da violenze, calunnie e menzogne, c) la garanzia di quella libertà religiosa che è una delle preoccupazioni centrali per cui “iFamNews” è nato, esiste e opera nel mondo dell’informazione, allora non è affatto possibile, anzi non è anzitutto nemmeno concepibile che l’Italia resti muta e inane se la Polonia viene aggredita e infamata nella fattispecie di alcuni suoi cittadini falsamente accusati di compiere torti che invece subiscono.

Ora, domandare, come ha fatto l’On. Delmastro in parlamento, è lecito, rispondere, come dovrebbe fare adesso il ministro Di Maio al parlamento, è cortesia. E pure qualcosina in più: non vorremmo, infatti, che il caso polacco crescesse diventando un clamoroso caso internazionale in grado di far sì che d’ora in poi la bugia e la diffamazione dettino politiche e leggi a qualche parlamentare a caccia di discriminazioni che non esistono, ma sordo, muto e cieco di fronte alle ingiustizie che si consumano quotidianamente.

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