Last updated on marzo 25th, 2020 at 02:51 pm
In questi giorni drammatici di lotta al coronavirus la Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT) ha messo a disposizione gratuitamente apparecchiature per la produzione di ossigeno/ozono per il valore di 400mila euro alle strutture ospedaliere che hanno in cura i pazienti colpiti da Covid-19. Come sostiene il prof. Marianno Franzini, fondatore e presidente della SIOOT «non esistono batteri o virus che resistano all’azione dell’ozono», dunque l’ozono potrebbe aiutare a sconfiggere l’epidemia.
Professore, perché è opportuno scoprire l’ozonoterapia in questo momento drammatico della diffusione del coronavirus?
Anzitutto vorrei sottolineare che le persone che si sottopongono a ozonoterapia resistono maggiormente alle infezioni. È già ampiamente dimostrato che l’ozono, prodotto normalmente dai globuli bianchi, svolga contemporaneamente diverse azioni: antinfiammatoria, antibatterica e virus statica, aumentando anche l’attività mitocondriale e la produzione di ATP, migliorando la funzionalità del microcircolo e l’ossigenazione tissutale. Non è alternativo all’uso dei farmaci ed è indicato quando questi sono invece controindicati. La molteplicità degli effetti positivi dell’ozonoterapia e l’assenza di effetti collaterali mi induce a lanciare un appello ai medici affinché provino a utilizzarla contro il coronavirus. Sinora non è stato osservato alcun batterio o virus resistente all’ozono usato dalla SIOOT. Sono già stati pubblicati lavori che dimostrano l’effetto virustatico dell’ozono.
Cosa significa che l’ozono sia un potente virustatico?
L’ozono danneggia, attraverso il processo di perossidazione, il capside virale e interrompe il ciclo riproduttivo, impedendo il contatto tra il virus e la cellula. In parole povere blocca la moltiplicazione del virus. Numerosi studi supportano la constatazione della sua attività antivirale; esiste dunque un consolidato supporto scientifico al fatto che la terapia dell’ossigeno-ozono (O2-O3) possa rappresentare un aiuto efficace nel trattamento del Covid-19.
L’ozono
disinfetta anche gli ambienti per impedire il passaggio di virus?
Assolutamente sì. Con l’ozono si riesce a disinfettare gli ambienti dove vengono
curati i pazienti, particolarmente i centri di rianimazione e gli ospedali per malattie
infettive. In questo modo si potrebbe ridurre di molto la mortalità per
infezioni, contribuendo alla riduzione dell’antibiotico-resistenza, che è una vera
minaccia per l’umanità.
Oggi, quando si parla della minaccia della pandemia del coronavirus, ci si ricorda la denuncia dell’OMS che da anni parla dell’antibiotico-resistenza e della possibile pandemia causata da un superbatterio resistente a tutti gli antibiotici conosciuti…
È un problema molto grave di cui non si parla abbastanza. I batteri hanno capacità di adattamento e quindi sviluppano sempre maggiori capacità di resistenza agli antibiotici. La stessa OMS avverte che «si debbono prevenire le infezioni, ma anche cambiare modo di produrre, prescrivere e utilizzare gli antibiotici. Altrimenti, passo dopo passo, si perderanno i benefici di questi medicinali e le conseguenze saranno devastanti». L’allarme dell’OMS è un motivo in più per diffondere la pratica dell’ozonoterapia. Per di più bisogna sottolineare che l’ozono possiede anche proprietà antivirali che gli antibiotici non hanno.
Vorrei sottolineare poi un’altra caratteristica dell’ozono: è 120 volte più efficace del cloro nel disinfettare le fonti idriche, diminuendo così le malattie derivanti da batteri, virus e metalli pesanti presenti nell’acqua. È un’opportunità di primaria importanza per fornire alla gente, particolarmente nel Terzo Mondo, acqua salubre.
Perché l’ozonoterapia è così poco conosciuta?
Perché in certi ambienti viene percepita come medicina “alternativa”. Ma è una visione sbagliata. È un medicamento al più complementare al farmaco. Per sensibilizzare sempre di più gli operatori sanitari a questa pratica medica ho ritenuto opportuno fondare una società per diffondere tale metodo, appunto la SIOOT.