Carlo Nordio, un vecchio parruccone

Teme la pedofilia. Ma chi decide quali siano gli orientamenti sessuali accettabili e quali no?

Carlo Nordio

Last updated on Luglio 21st, 2021 at 09:41 am

Non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire e io non ho proprio capito che cosa si stia imputando a Carlo Nordio.

L’ex magistrato, già procuratore aggiunto della procura della repubblica a Venezia, ascoltato il 3 giugno in Commissione Giustizia del Senato sul «ddl Zan», ha denunciato un fatto preciso per evidenziare uno dei pericoli insiti nella proposta di legge quando essa parla, nell’articolo 1, comma (c) di «orientamento sessuale» inteso come «l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi».

Nordio ha detto: «Se una persona dicesse “Io i pedofili li metterei tutti al muro”, sarebbe incriminabile in base al ddl Zan, perché la pedofilia è un orientamento sessuale. È un orientamento perverso, ma noi sappiamo che non c’è nulla di più volatile della concezione del sesso che noi abbiamo».

Il Fatto Quotidiano grida allo scandalo e ricorda – oltre a una frase dello stesso tenore pronunciata dall’ex parlamentare dell’Unione di Centro Luisa Santolini –, «[…] che la pedofilia è comunemente considerata un disturbo e, quando si concretizza in atto sessuale, è un reato, punibile con una pena da 5 a 10 anni di carcere».

Ora, Nordio (e la Santolini) non si sono mai sognati di dire che la pedofilia non sia un reato, punito, giustamente, dalla legge. Hanno detto piuttosto il contrario.

Il ragionamento è semplice. Oggi la pedofilia è un reato perché non è comunemente considerato un orientamento sessuale accettabile. Ma qualcuno pensa invece che sia un orientamento sessuale accettabile come ogni altro. Quel qualcuno oggi è fuori dalla legge, ma se quel qualcuno riuscirà a far accettare culturalmente, socialmente e giuridicamente la propria idea, la pedofilia non sarebbe più reato e chi a quel punto dicesse che la pedofilia è un orientamento sessuale inaccettabile passerebbe un guaio serio.

Chi, infatti, decide quali siano gli orientamenti sessuali accettabili e quali no? La legge? Ma se la legge cambia prendendo atto del cambiamento di mentalità, costumi e pensiero?

A spiegarlo perfettamente è proprio il caso dell’omosessualità. Grazie persino a una voce di Wikipedia, è facile e rapido rendersi conto dei tempi e dei luoghi dove l’omosessualità è stata ed è reato, in certi Paesi perseguito ancora oggi anche con la condanna a morte. Questo significa che alcuni nel passato hanno considerato e nel presente considerano l’omosessualità un orientamento sessuale inaccettabile. Nei Paesi dove in passato si pensava e si agiva così, ma oggi non più, il passaggio dell’omosessualità da orientamento sessuale inaccettabile a orientamento sessuale accettabile/accettato è l’esito della pressione, dell’impegno e dell’azione del mondo omosessuale, che è riuscito a cambiare nel suo opposto la mentalità comune in molti luoghi del mondo. Non un antro oscurantista, bensì l’Organizzazione mondiale della sanità ha tolto l’omosessualità l’elenco dei disturbi nel 1990 e nel 2018 lo ha fatto con la transessualità. Quindi?

Quel che ieri era malattia e reato, insomma, oggi è lecito e giusto. Nordio ha ragione a spaventarsi della pedofilia, ma domani potrebbe essere solo un vecchio parruccone.

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