Last updated on Gennaio 29th, 2021 at 07:15 am
International Family News compie oggi un anno. Non diremo che se ce lo avessero detto, non ci avremmo creduto. Non diremo che sotto i ponti è passata tanta acqua. Non diremo che siamo cresciuti, maturati e sì, pure migliorati. Non diremo che c’è ancora molto da fare. Non diremo che ci aspettano cose grandi che faremo assieme a voi lettori. Non diremo che ci serve il vostro aiuto. Non lo diremo perché è scontato, perché è ovvio, perché lo dicono tutti in queste occasioni.
Diciamo allora che esserci, ogni giorno, con fatica ed entusiasmo è bello. È bello rispondere «Difendo la vita umana innocente dai mostri che la smembrano, la famiglia dagli orchi che la azzannano e le libertà vere della persona da chi cerca di avvelenarci con libertà false» a chi chiede «Che mestiere fai?». Bello nel senso più profondo e largo dell’espressione. Non ci sentiamo eroi: facciamo quello che, per una serie di circostanze che non avremmo mai previsto, di fatto ci ritroviamo, con orgoglio, a fare. Al contempo sì, un po’ eroi ci sentiamo e siamo. Oggi infatti ci vuole eroismo per essere minimamente normali, per dire come stanno le cose, per schierarsi istintivamente dalla parte del bene e del buono, per sopportare l’arroganza e la saccenteria di chi ci apostrofa con gli epiteti più ingenerosi e offensivi soltanto perché facciamo il minimo sindacale che ogni uomo e donna di ogni luogo e di ogni tempo dovrebbe fare senza nemmeno pensarci un attimo.
Eppure non ci sentiamo bravi. Ci sentiamo, ci mettiamo a disposizione. Se questo, lettore, ti basta, resta con noi. Continua a seguirci, a stimolarci, a criticarci, a informarci, ad aiutarci. Diffondi il nostro lavoro quotidiano e, certo, metti pure mano al portafogli. Lo so che te l’aspettavi e lo so che questa è la parte che tutti cercano sempre di scansare. Ma da un grande personaggio, Morton Blackwell, ho imparato due massime che mi porto sempre nel curriculum e nella fondina: «Non puoi pensare di salvare il mondo se non riesci nemmeno a pagare la pigione» e «Se non sei disposto a dare un soldo per la causa a cui dici di tenere o quella causa non vale nulla o non vali nulla tu».
Per questo chiedo il tuo aiuto, schiettamente e direttamente: mettici nei tuoi propositi, sostienici e chiedi ai tuoi amici di fare lo stesso.
Ora, l’altro giorno pensavamo a come sottolineare, in forma maschia e senza sbrodolare, questo nostro primo giro di boa, a cui speriamo (anzi, lottiamo tutti i giorni affinché accada) ne seguano tanti altri (era scontato lo dicessi? Sì, amo essere prevedibile). Quella che mi pregio di chiamare «redazione» (non per darci un tono, ma perché stimo le piccole comunità creative, naturali come la famiglia e volontarie come gli ambienti di lavoro), ovvero il nucleo storico dei collaboratori che sin dalla prima ora, anzi prim’ancora, sono il nerbo e il cuore dell’edizione italiana di questo strumento particolare che è “iFamNews”, un po’ organo d’informazione e un po’ advocacy group, ha ideato una forma semplice e pregna. Dire in qualche riga succinta ai lettori che ci seguono quotidianamente (o saltuariamente) perché e cosa significa scrivere su queste colonne.
Lascio quindi la pagina a loro (rigorosamente in ordine alfabetico), per poi riproporre, a fine pagina, alcuni dei materiali a vario titolo più rappresentativi di un anno di “iFamNews”.
Ciò detto, ci vediamo domani su queste stesse pagine, piccoli grandi eroi della normalità tutti, noi da questa parte del web a fare “iFamNews”, voi dall’altra parte a condividere, supportare, aiutare questa semplice, grande, stupenda buona battaglia.
Come dite, qui sotto ci sono i contributi della “redazione”, ma manca il mio? Perché, forse che non si capisca ogni giorno, ogni istante, ogni respiro cosa voglia dire per me servire come direttore di “iFamNews”, assieme ai colleghi italiani e a quelli di tanti altri Paesi, assieme all’editore Brian S. Brown, amico di antica data, e a tutti coloro che, unsung heroes, rendono questo strumento possibile pur non comparendo mai sul suo proscenio?
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Ogni giorno nel mondo ci sono notizie che non vengono riprese, ci sono storie che non vengono raccontate, ci sono dati che non vengono forniti. Scrivo per “iFamNews” perché qui le notizie trovano posto anche quando sono scomode. Il compito del giornalista è osservare, raccontare e analizzare la realtà: su “iFamNews” è possibile farlo.
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Se è vero, come diceva lo scrittore inglese George Orwell (1903-1950), che «in tempi di menzogna universale dire la verità è un atto rivoluzionario», provare a dire la verità sull’uomo, sulla vita, sulla famiglia rappresenta oggi l’apogeo del politicamente scorretto. Grazie ad “iFamNews” proviamo quotidianamente a compiere questo gesto di sana e pacifica eversione. Evviva “iFamNews”.
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Scrivo per “iFamNews” perché é uno spazio in cui si può liberamente dire che, sì, «le foglie sono verdi d’estate», come diceva lo scrittore inglese Gilbert K. Chesterton (1874-1936), ed è un bene lottare per la verità. Di quanto apparso su queste pagine, il pezzo che mi è più caro è l’intervista che ho fatto a Claudio Risè sulla piaga del suicidio tra i giovani.
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Se andassi dallo psicoanalista, questi direbbe che scrivo per “iFamNews” perché avverto un insopprimibile istinto per la vita, perché sono generativa e prolifica, e generosa del mio tempo e soprattutto della mia energia. Anche “iFamNews” lo è, infatti. Il “gioco” che abbiamo pensato per il nostro primo compleanno prevedeva che scegliessimo l’articolo, postato quest’anno, che maggiormente ci rappresenta o abbiamo caro. Il mio è questo, La verità, vi prego, sul femminismo: benché acerbo, è quello che amo di più. Buon compleanno, “iFamNews”.
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Insegna il grande filosofo contemporaneo scozzese Alasdair McIntyre, nel lontano – e simbolico – 1984: «Ciò che conta […] è la costruzione di forme locali di comunità, al cui interno la civiltà e la vita morale ed intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che incombono su di noi». Sono trascorsi quasi quarant’anni (ahinoi) e il “nulla” – quel buio totale, che non è “qualcosa”, ma la mancanza di tutto, come rappresenta così suggestivamente lo scrittore tedesco Michael Ende (1929-1995) ne La storia infinita – è esperienza, o mancanza di esperienza, quotidiana. Quale speranza? È necessario tornare a essere “agenti razionali”, agenti cioè capaci di prendere decisioni entro «una rete di dare e ricevere ove l’ottenimento del bene di un individuo è inteso inseparabilmente dall’ottenimento del bene comune», come spiega sempre McIntyre. Riconoscere il contenuto del desiderio (un bene appreso, fuori di sé) per indirizzare l’agire all’ottenimento del bene (laddove il bene individuale inteso come “perfezione” del singolo non può mai essere in sé contraddittorio col bene comune, realizzazione della perfezione della comunità). Tutto ciò ha a che fare con la narrazione: una esplicitazione del ragionamento pratico in tutti i suoi termini, che individui e faccia emergere sia il bene come fine che l’agire come strumento adeguato a raggiungerlo, da una parte, e la testimonianza grondante speranza delle persone e dei luoghi dove il nulla è già arginato, sconfitto da una luce e da una bellezza in atto, dall’altro.
Questo è quel che si è tentato di fare, nell’anno trascorso, su queste pagine, evidenziando una quotidianità che contraddice certi “proclami”, smascherando le false narrazioni, indagando le radici di certe espressioni culturali e soprattutto celebrando i luoghi umani in cui il bene ha già vinto anche in mezzo alla pandemia. Ricordando, anzitutto, che la famiglia è un privilegio, e non un peso da “sopportare”.
Un anno è passato, guadiamo al futuro, sapendo bene che, come dice Gandalf, «non è importante sapere quanto tempo è rimasto, ma cosa fare col tempo concesso».
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Un anno e non sentirlo. Sembra ieri quando è nata la scommessa di promuovere e di pubblicare “iFamNews”, un portale informativo a cadenza quotidiana che potesse dare voce alla grande famiglia di associazioni e di movimenti che si riconosce nell’International Organization for the Family, il nostro editore. Di più: “iFamNews” offre ogni giorno spigolature e racconta fatti che posso incoraggiare chiunque, credente o ateo, non voglia sottomettersi alla omologazione del pensiero unico e alle ideologie relativiste. Qui c’è la sostanza delle notizie di tutto il mondo, quelle che ispirano gesta eroiche e anche quelle che rattristano e che rendono consapevoli delle sfide che si debbono combattere. Grazie a tutti per la paziente tenacia con cui “iFamNews” viene fatto quotidianamente, offrendo ai lettori la possibilità di allargare l’orizzonte delle giornate.
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Image source: First birthday cake, photo by nubobo from Flickr, licensed by CC BY 2.0