Come richiesto in appello dai genitori è stata bloccata, almeno per ora, la sospensione delle cure per Archie Battersbee, il ragazzo in coma dal 7 aprile, dopo quello che si suppone un incidente domestico avvenuto nella sua casa di Southend, nell’Essex, Regno Unito.
Una prima sentenza sul caso era stata emessa dall’Alta Corte britannica il 13 giugno, ed era una sentenza di morte: sospensione della ventilazione e di tutte le cure, poiché, come decretato dal giudice Emma Arbuthnot, Archie sarebbe «[…] morto a mezzogiorno del 31 maggio, sulla base della tomografia a risonanza magnetica effettuata quel giorno».
Ma Hollie Dance e Paul Battersbee, i genitori del ragazzo, sostenuti nella battaglia legale in corso dal Christian Legal Center, hanno presentato appello e hanno vinto, se non ancora la guerra, almeno questa battaglia. Mercoledì, infatti, la Corte d’appello ha deciso che le prove debbano essere riconsiderate da un altro giudice, nella sezione famiglia dell’Alta Corte di Londra.
La gioia e il sollievo dei genitori sono palpabili. Hollie, la mamma, ha dichiarato: «Siamo felici. Volevamo un’altra udienza e abbiamo tutto quello che chiedevamo».
L’udienza è prevista per l’11 luglio, presieduta dal giudice Anthony Hayden.