Donne, uomini, giovani, anziani. La guerra fa schifo e non guarda in faccia nessuno. Soprattutto i bambini. La fotografia di Vira, due anni, ucraina, che porta scritti sulla schiena il suo nome e il numero di telefono dei parenti che potrebbero accoglierla se la mamma morisse, vittima di una mina o di un bombardamento, ha già fatto più volte il giro del mondo. Che l’immagine sia reale o fake, poco importa, perché la preoccupazione per i bambini è ciò che conta davvero, ora.
La vulnerabilità dei bambini non accompagnati, orfani, profughi dal conflitto che si sta consumando oggi in Ucraina è palese e palpabile.
Specialmente nelle zone di confine, come sottolinea il commissario europeo per gli Affari interni Ylva Johansson, i bambini soli in fuga dal conflitto potrebbero cadere vittima dei trafficanti, lupi mannari travestiti da docili e amorevoli pecorelle. Adozioni forzate, prostituzione, traffico di organi. Immaginare tutti gli scenari possibili è raccapricciante e il rischio, per i bambini e le bambine non accompagnati, è altissimo.
Un caso particolare è quello dei bambini nati in questo periodo da madri surrogate, come evidenzia il sito web in lingua francese InfoMigrants. «iFamNews» ha raccontato in numerose occasioni la situazione dei piccoli concepiti con fecondazione assistita e “portati” da madri surrogate, oggi anch’esse in fuga, in attesa delle coppie che li attendevano altrove.