Last updated on Gennaio 28th, 2021 at 01:06 pm
Dal 2018 le famiglie italiane con tre figli a carico stanno aspettando un appezzamento di terra da coltivare. L’allora ministro dell’Agricoltura del governo giallo-verde, Gian Marco Centinaio, si era personalmente speso affinché nella legge di bilancio fosse prevista l’assegnazione di terre incolte del demanio alle coppie con un terzo figlio. Tuttavia, non essendo mai stato emanato il decreto attuativo, la misura è rimasta lettera morta. E i padri di famiglia hanno riposto la vanga nel ripostiglio. La medesima cosa sta accadendo con la nuova legge di bilancio in specie per l’assegno unico universale.
Nodo decreti attuativi
Ora, in oltre due anni sono successi diversi fatti tutt’altro che irrilevanti. È parzialmente cambiato il colore dell’esecutivo e si è nel mezzo della recessione economica, eppure resta ancora il fardello dei decreti attuativi. Come ha rilevato un servizio del Tg4, nel testo originario dell’ultima legge di Bilancio erano 83, lievitati però a 176 a causa degli innumerevoli emendamenti. Di questi 94 necessiterebbero di essere emanati entro poche settimane. Qualche esempio? Il 31 gennaio è la data di scadenza per attuare lo sconto per l’acquisto di auto elettriche e il 2 marzo scade invece l’ultimatum per i bonus digitali.
Assegno unico universale
Due esempi, questi, estratti dal ginepraio di bonus che riveste la legge di bilancio. Ce ne sono anche altri appannaggio dei nuclei familiari, quasi esclusivamente per quelli a basso reddito. Ma se non verrà rispettato l’ultimo passaggio, quello appunto delle disposizioni attuative, le famiglie resteranno a bocca asciutta anche stavolta. È per questo che c’è da seguire con grande attenzione l’iter di approvazione dell’agognato assegno unico universale: a partire da luglio previsto un bonus mensile per ogni figlio fino alla maggiore età.
Il rebus legge-delega
La domanda è la seguente: anche l’assegno unico universale dipende dal giudizio implacabile della clessidra? La risposta è articolata. Nella legge di bilancio varata prima di Capodanno, la misura è inclusa tra gli interventi «disposti con appositi provvedimenti normativi». Ciò significa, nella fattispecie, che l’assegno unico universale sarà effettivo quando il Senato approverà la legge-delega Delrio-Lepri, licenziata il 21 luglio dalla Camera e contenente la misura dell’assegno unico universale. Dopo di che, come rilevato dallo stesso ministro per la Famiglia Elena Bonetti a Vanity Fair, sarà necessario approvare i decreti attuativi della legge-delega in questione. Risultato: c’è ancora da attendere. E pure da sperare che le scosse alla tenuta dell’esecutivo non intralcino il percorso parlamentare di questa misura pro-famiglia.
I dubbi del Family Day
Misura, va anche detto, che incontra diverse riserve. «In linea di principio l’assegno unico universale, a partire dal settimo mese di gravidanza, può davvero scrivere una nuova pagina nella storia delle politiche familiari del nostro Paese», dice ad “iFamNews” Massimo Gandolfini, presidente dell’associazione Family Day. Ma aggiunge: «Ci sono delle condizioni ineludibili». Il neurochirurgo bresciano si riferisce anzitutto alla certezza dell’erogazione dal primo luglio con un adeguato finanziamento. «E su questo punto», riflette, «mi sembra ci sia ancora molta approssimazione». Gandolfini ritiene inoltre che la cifra fissa ‒ «si parla di 240 euro al mese per figlio» ‒ sia «troppo esigua» e che per la quota variabile vadano ancora chiariti i meccanismi che ne regoleranno la definizione.
Clausola di salvaguardia
Infine il leader del Family Day auspica l’introduzione di una «clausola di salvaguardia» affinché «nessuna famiglia riceva un sostegno inferiore a quello che già ora riceve, sommando i vari bonus esistenti». Un esempio: un nucleo con figli a carico appena maggiorenni, si troverebbe improvvisamente sprovvisto di sussidi.
Sul punto “iFamNews” ha raccolto il giudizio dell’on. Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia e primo firmatario di un emendamento al Delrio-Lepri «per evitare che con l’assegno unico ci fossero famiglie che venissero a perderci». Oggi, chiosa Palmieri, «la maggioranza non ci ha ascoltato. Ho letto in questi giorni che la ministra Bonetti e il viceministro all’economia Antonio Misiani ne hanno parlato. Meglio tardi che mai».