L’ultimo appello è stato respinto e a breve, il termine legale sarebbe quello di 48 ore, Archie Battersbee, 12 anni, in coma dal 7 aprile in seguito a un incidente domestico, potrebbe vedersi staccare i supporti vitali, nonostante l’opinione fieramente contraria della famiglia.
«La richiesta di un ricorso in terzo grado è stata bocciata dalla Corte d’Appello di Londra, che oggi ha riconosciuto come legalmente valide le motivazioni che autorizzano i medici a mettere fine alla [sua] vita. Per il giudice la scelta dell’ospedale sarebbe presa “nel miglior interesse” del bambino, visto che, secondo i medici, sarebbe “inutile” tenerlo ancora in vita attraverso la ventilazione assistita, data la diagnosi di morte delle cellule cerebrali “altamente probabile” redatta dal Royal London Hospital che lo ha in cura».
Un rinvio al distacco della ventilazione artificiale per il ragazzo sarebbe stato accettato esclusivamente per consentire alla famiglia un ulteriore ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Nel frattempo il padre di Archie, Paul Battersbee, è stato colto da infarto e si trova in ospedale in gravi condizioni.