Il disegno di legge denominato Respect for Marriage Act, che, secondo i sostenitori, avrebbe il fine di proteggere «il diritto ai matrimoni omosessuali e interrazziali», è stato votato il 19 luglio nella Camera degli Stati Uniti d’America da tutti i 220 deputati Democratici e da 47 Repubblicani, alcuni dei quali «si sono scusati pubblicamente per la loro passata opposizione» al “matrimonio” LGBT+. Gli astenuti sono stati 7; i contrari, tutti Repubblicani, 157. Il disegno di legge è stato quindi approvato dalla Camera.
Mentre i media si affrettano a sottolineare come le “nozze” fra persone dello stesso sesso avrebbero l’appoggio della maggioranza dei cittadini statunitensi, di entrambi gli schieramenti, politici e opinionisti Dem hanno espresso preoccupazione per questa tutela, dopo che il 24 giugno il pronunciamento della Corte Suprema ha ribaltato la sentenza Roe vs. Wade del 1973, restituendo ai singoli Stati, e cioè ai rappresentanti dei cittadini al governo e perciò in ultima analisi ai cittadini stessi, la voce in capitolo per legiferare in tema di aborto.
I Repubblicani però non ci stanno, definiscono la mossa degli avversari una «farsa» e affermano che la nuova legislazione è una semplice presa di posizione politica da parte dei Democratici, mentre i “matrimoni” tra persone dello stesso sesso e i matrimoni interrazziali non sono effettivamente sotto attacco. «Siamo qui per una farsa politica», ha dichiarato infatti Jim Jordan, deputato del Partito Repubblicano, dall’Ohio, «siamo qui per dei messaggi politici», riferendosi forse alle elezioni di medio termine, previste per il mese di novembre.
Qualora fosse approvato anche nel Senato, il Respect for Marriage Act abrogherebbe la normativa attuale, intitolata Defence of Marriage Act, in vigore dal 1996, in piena Amministrazione Clinton. Essa definisce il matrimonio come una relazione tra un uomo e una donna ed è stata però «[…] sostanzialmente messa da parte dalle sentenze dei tribunali dell’era Obama, incluso il caso della Corte Suprema Obergefell vs Hodges, che stabiliva a livello nazionale il diritto di sposarsi per le coppie dello stesso sesso, un caso fondamentale per i diritti dei gay». Proprio Jim Obergefell, protagonista della sentenza, si candida ora per l’Ohio come deputato dei Democratici, e dopo la sentenza della Corte sull’aborto avrebbe dichiarato che «quando perdiamo un diritto su cui abbiamo fatto affidamento e di cui abbiamo goduto, altri diritti sono a rischio».
Il testo passa ora nel Senato. Per il momento il senatore Mitch McConnell, del Kentucky, leader Repubblicano di minoranza, non ha espresso la propria opinione sul disegno di legge, lasciando aperta la questione di quanto decisamente il partito vi si opporrà. Neppure il leader Democratico di maggioranza, però, il senatore Chuck Schumer, dello Stato di New York, si è impegnato a votare per la nuova normativa.