Aborto: un tribunale per crimini contro l’umanità in tempo di pace

Davanti all’ecatombe permanente che da decenni provoca un vero «antropocidio» ce ne sarebbe bisogno subito

Donna incinta

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Il Paese più importante del mondo e il nostro, quello dove siamo nati, dove abitiamo, che amiamo. Gli Stati Uniti d’America e l’Italia. Due catastrofi del secolo XX: la Seconda guerra mondiale (1939-1945) e l’Olocausto ebraico. Un terzo, che prosegue indisturbato nel secolo XXI: l’aborto. Dal 1973 negli Stati Uniti d’America l’aborto “non illegale” ha ucciso tante persone quante se ne stimano essere state uccise dalla Seconda guerra mondiale: 20 milioni. Dal 1981 in Italia l’aborto legale ha ucciso tante persone quante se ne stimano essere state uccise dal Terzo Reich per odio razziale contro gli ebrei: 6 milioni.

In Italia, oltre al costo umano insopportabile di questa ecatombe, l’aborto ha speso fra i 4,3 e 5,1 miliardi di euro di denaro dei contribuenti per una carneficina sistematica, un tesoro che se avesse alimentato un fondo produttivo oggi quel fondo varrebbe più di 11 miliardi di euro. Un tesoro con cui si sarebbe potuto curare, alleviare le sofferenze delle madri in difficoltà, assistere, fare del bene. Ieri é stata lanciata la proposta di istituire un Osservatorio permanente sull’applicazione della Legge 194: «iFam News» plaude; «iFam News» c’è e ci sarà, segnalandosi pubblicamente sin d’ora e mettendosi a disposizione per quel che sa e saprà fare.

Ma «iFam News» si domanda pure se non sarebbe ora di istituire anche un tribunale indipendente mondiale che indagasse adeguatamente su quel crimine contro l’umanità perpetrato in tempo di pace che è l’«antropocidio» causato dall’aborto.

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