Il titolo della lettera aperta che il network «Ditelo sui tetti» invia alla politica italiana parla da solo: Scegliere il noi contro la cultura dello scarto.
Si tratta di in qualche modo di un aggiornamento, a seguito dello scioglimento repentino delle Camere e in vista delle elezioni del 25 settembre, dell’Agenda pubblica presentata il 9 marzo alla presenza del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, «come contributo a un dialogo con tutti sul bene comune perseguibile nella prossima, imminente, XIX legislatura».
La «scelta di fondo», come scrive il comunicato del gruppo, è affidata al parlamento che uscirà dalle urne in autunno, che «[…] dovrà cioè preliminarmente decidere […] se continuare o meno a usare la forza della legge per imporre al popolo convinzioni antropologiche ed etiche che, secondo il principio di laicità dello Stato, dovrebbero invece essere lasciate alle valutazioni di ciascuno e al maturare di un dialogo di esclusivo appannaggio della società italiana».
I due assi portanti attraverso i quali si articola la risposta/proposta contenuta nell’aggiornamento dell’Agenda sono quello della crisi demografia e quello della sussidiarietà.
Per quanto riguarda la prima, urge che «[…] diventi preoccupazione assoluta e assillante di ogni politica il “baratro demografico” verso cui il Paese sta precipitando, che travolgerà l’intero sistema di welfare», come anche «iFamNews» ha più volte ribadito evidenziando l’«inverno demografico» italiano.
In merito al secondo punto, quello della sussidiarietà, continuano le 80 realtà della società civile italiana, «[…] è proprio coinvolgendo in tutti i processi di sviluppo – dall’occupazione alla sanità, dalle politiche sociali a quelle fiscali – i “corpi intermedi” non-profit e profit del Paese che si potrà ritrovare quella condivisione e quella solidarietà che, sole, genereranno coraggio e fiducia, ingredienti senza i quali nessuna formula calata dall’alto potrà riscattare questo gravissimo momento».
Non ultimi «stupore e rammarico» del network «Ditelo sui tetti» per quanto disposto dall’articolo 43 del 9 agosto, il cosiddetto Aiuti bis, che «riduce di ben 630 milioni lo stanziamento a favore delle famiglie deprimendo quanto stanziato per l’“assegno unico”», con la richiesta di attuare «ogni misura per escludere qualsiasi riduzione delle già modeste somme previste per le famiglie e anticipi sotto il segno della sussidiarietà le riforme necessarie all’istituto in questione, affinché sia effettivamente fruibile senza gli appesantimenti amministrativi e i costi collaterali che lo hanno precluso a troppe famiglie italiane».