La gioventù transgender italiana

In migliaia hanno partecipato al corteo ‘Protect Trans Youth’ / FdI minaccia il liceo di Venezia: «Via la carriera alias».

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Il 31 marzo è la data in cui si celebra la “Giornata Internazionale della Visibilità Transgender (Tdov)”, un evento che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla discriminazione che le persone transgender subiscono in tutto il mondo. A Roma è stato organizzato il corteo nazionale “Protect Trans Youth” all’indomani della data simbolica per il movimento.

Almeno duemila persone erano in piazza per sostenere i diritti delle persone transgender. Su un palco appositamente allestito, si sono succedute le dichiarazioni di coloro che rivendicano maggior rispetto e la garanzia dei diritti per gli individui transgender. Un gran numero di persone ha partecipato all’evento, in particolare molti giovani che hanno condiviso le proprie esperienze. Una delle richieste più forti provenienti dai partecipanti è quella di avere l’opportunità di accedere alla “carriera alias” sia nelle università che nelle scuole. Questa è l’opzione che alcune istituzioni stanno scegliendo di utilizzare il nome di elezione invece del nome anagrafico assegnato alla nascita in base al sesso biologico.

 Alla dirigente scolastica del liceo Marco Polo di Venezia è arrivata la mail ad abolire subito la “carriera alias”. Firmata dai delegati di Fratelli d’Italia del Comune di Venezia (il partito di Giorgia Meloni che governa l’Italia) nell’invito si dice: “Sollecitiamo i dirigenti scolastici ad interrompere tale progetto nel rispetto dei docenti che, in base all’articolo 479 del Codice penale, che prevede il reato di “falsità ideologica” commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbero perseguibili”.

Nella circolare  inviata a tutti i docenti Maria Rosa Cesari, la dirigente scolastica, ha commentato: «È inaccettabile che un partito politico entri a gamba tesa nella vita della scuola. Siccome loro come partito non sono d’accordo, pretendono che noi eliminiamo la carriera alias. Ma queste per noi sono questioni etiche, non politiche».

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