«Scusi, lei è “incinto”?». L’ultima follia della sanità britannica

In ossequio all’identità di genere, la modulistica impone di non distinguere i pazienti oncologici tra uomini e donne. Risultato: domande a dir poco imbarazzanti…

Risonanza magnetica

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Se ti sottoponi a radiografia o a risonanza magnetica, anche sei maschio, il medico potrebbe chiederti… se sei incinta. Avviene nel Regno Unito, grazie a un artificio burocratico-sanitario che fornisce l’ennesimo formidabile assist all’identità di genere.

Nella modulistica riservata ai pazienti oncologici, il governo britannico ha rimosso le distinzioni tra maschile e femminile, imponendo l’unica definizione di «individui». A rilevare il macroscopico e imbarazzante dettaglio è il quotidiano londinese The Telegraph.

A Liverpool, il Walton Center NHS Foundation Trust chiede ora questa procedura «a tutti i pazienti di età inferiore ai 60 anni, indipendentemente da come si identifichino». La città britannica si caratterizza per una popolazione LGBT+ talmente ampia, da avere un quartiere identificato come «gay area» e denominato il Pride Quarter.

Tale struttura sanitaria è tra quelle che hanno implementato le procedure per pazienti sottoposti a trattamenti come la radioterapia, che potrebbero danneggiare un eventuale nascituro.

The Telegraph riferisce di una donna, il cui marito, paziente oncologico, era stato sottoposto a una domanda che gli aveva generato «confusione e agitazione non necessarie», dopo che una combinazione di steroidi e chirurgia cerebrale lo avevano emotivamente provato. Nel suo «stordimento chirurgico, la sua vulnerabilità e i suoi bisogni sono stati completamente ignorati», racconta la moglie.

Il grottesco irrompe nella grigia burocrazia sanitaria

I medici sono tenuti a scoprire se una paziente sia incinta, prima di eseguire procedure che coinvolgono radioterapia, diagnostica per immagini e medicina nucleare, a causa del rischio che rappresenta per il nascituro. Nel 2017, il Dipartimento della Salute ha aggiornato la normativa in materia di procedure sanitarie e ha modificato la dicitura relativa alle «donne in età fertile» in «persone in età fertile».

Le linee guida del Sistema Sanitario Nazionale affermano che i pazienti possono cambiare il loro nome e sesso sui loro documenti ufficiali senza passare attraverso alcun procedimento legale, né alcun intervento medico.

Kat Barber, membro della campagna Sex Not Gender Nurses and Midwives, ha dichiarato: «Questa è una spiegazione del perché abbiamo bisogno che sia il sesso che il genere siano chiaramente registrati. Non abbiamo bisogno di chiedere a tutti i pazienti se sono incinti. Dobbiamo chiederlo alle donne, perché è importante sapere se la persona a cui ci prendiamo cura è una donna, rispettando anche la sua identità di genere».

Un portavoce del Walton Center NHS Foundation Trust ha dichiarato: «Riteniamo che chiedere a tutte le persone a cui viene eseguita la diagnostica o la scansione dell’addome in questo modo, indipendentemente dal sesso, sia il modo meno invadente per garantire che sia sicuro procedere».

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