«Rapporto Matić», l’aborto come «diritto umano»

Del testo anche pro-gender parla l’eurodeputata spagnola Margarita de la Pisa

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Last updated on Giugno 23rd, 2021 at 01:12 pm

Il 23 giugno a Bruxelles potrebbe essere compiuto un passo clamoroso in favore dell’aborto. Quel giorno giungerà nell’aula dell’Europarlamento il Rapporto Matić, dal nome del suo relatore, Predrag Matić, croato, deputato appartenente al Gruppo dei Socialisti e democratici. In Commissione il testo ha raccolto il sostegno di Liberaldemocratici, Verdi e anche dei Popolari. Hanno votato contro Conservatori, Identità e Democrazia e una sola esponente dei Popolari. Sì, il Rapporto non avrà valore di legge, perché su questa materia la competenza è dei singoli Stati, ma potrebbe fotografare la posizione ufficiale dell’Europa su un tema dirimente come quello della vita.

Anche contro l’obiezione di coscienza

Una posizione, questa, che preoccupa quanti sono contrari all’aborto e all’ideologia gender. Tra loro vi è Margarita de la Pisa, deputata del partito spagnolo VOX nel Parlamento Europeo, che fa parte del Gruppo dei Conservatori e Riformisti. Intervistata da «iFamNews», lei, madre di otto figli e in attesa del nono, spiega anzitutto che il Rapporto «tratta la realtà dell’aborto come se fosse un presunto diritto umano». Non solo: rappresenta anche l’ennesimo attacco a medici e a infermieri obiettori. «Tenta infatti di violare l’obiezione di coscienza degli operatori sanitari», dice la de la Pisa.

Europa gender

C’è poi l’altro aspetto, quello dell’identità di genere. La deputata di VOX ne fa una questione di difesa delle donne. Il Rapporto, spiega, si propone di veicolare l’ideologia gender «andando contro la stessa natura delle donne attraverso la dissociazione dell’identità dal sesso biologico». La de la Pisa si chiede inoltre perché il testo «si occupa di questioni come la salute e l’educazione sessuale», che «sono di competenza degli Stati membri».

Contro la sovranità nazionale

Insomma sull’Europa si riaffacciano gli spettri del Rapporto Estrela, bocciato dall’emiciclo di Bruxelles nel 2013. La de la Pisa assicura però che è strenua la schiera dei deputati pronti a opporre ancora una volta resistenza. «Abbiamo lottato contro questo Rapporto per più di un anno e mezzo», racconta. «Abbiamo presentato 154 emendamenti e una posizione di minoranza che evidenzia il nostro rifiuto e chiarisce la posizione del nostro Gruppo». Nel testo della posizione di minoranza si legge che il Rapporto Matić punterebbe a «una manipolazione ideologica dei diritti umani, aventi natura universale e immutabile, attraverso un’influenza internazionale che erode la sovranità dei Paesi, compromettendone la rispettiva legislazione». La de la Pisa afferma che «niente ci impedirà di denunciare questi atti contro la vita e i diritti umani».

Le sfide per il bene comune

Ma il Rapporto Matić è soltanto l’ultimo capitolo di una saga che nel Parlamento Europeo procede ininterrottamente da tempo. «Abbiamo la grande sfida di proteggere lo Stato di diritto dei Paesi membri da interferenze come il gender», spiega la deputata di VOX, accusando questa ideologia di «contaminare le legislazioni e la coscienza dei cittadini». Del resto, prosegue, «il futuro dell’Europa dipende dal rafforzamento del ruolo della famiglia, dalla difesa della donna e della vita. Per questo dobbiamo eliminare questi stereotipi come la “violenza di genere” che cercano solo di vittimizzare le donne e indicare gli uomini come presunti aggressori». Piuttosto, riflette la de la Pisa, «dobbiamo contribuire a promuovere una società basata sull’armonia e la carità, che ci trascende essendo orientata al bene comune».

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