«Nostradomus». San Lorenzo, il pane, il prosciutto

La bellezza della famiglia attraverso storie, apologhi, aneddoti e spunti raccolti oggi per seminare un domani migliore

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San Lorenzo (225-258), di origine spagnola, fu uno dei sette diaconi della città di Roma, dove visse dedicandosi all’assistenza dei poveri sino al martirio, avvenuto durante l’ondata di persecuzioni voluta dell’imperatore Publio Licinio Valeriano (200-260 ca.).

Non è certo, ma l’agiografia tramanda che san Lorenzo fu arso vivo su una graticola, dalla quale, rivolgendosi a uno degli aguzzini che lo stava torturando, avrebbe pronunciato la frase famosa «Assum est… versa et manduca», «è cotto, girami e mangia».

Il filo rosso del cibo ritorna in un’altra nota legata alla figura di san Lorenzo. La sua carica di diacono prevedeva che si occupasse delle attività caritative, in particolare di fornire viveri e sostentamento alle vedove e ai bambini, una folla, pare, di almeno mille e 500 persone.

la Chiesa di San Lorenzo in Panisperna

Ebbene, nella Chiesa sorta nel luogo del suo martirio, nella romana via Panisperna, il 10 agosto in onore di san Lorenzo ancora in epoca medioevale le suore clarisse del vicino convento distribuivano ai poveri pane e prosciutto, panis et perna, appunto.

E san Daniele? No, san Daniele, il profeta, vissuto nel VI secolo a.C., con il prosciutto non c’entra. In compenso è noto che proprio a San Daniele, paese collinare del Friuli Venezia Giulia che al profeta deve il nome, si produce da sempre un ottimo prosciutto crudo DOP, uno dei simboli dell’eccellenza alimentare e gastronomica italiana.

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