Si è concluso all’inizio del mese, con l’inaugurazione nel museo Unterlinden di Colmar, in Francia, il restauro della pala d’altare originariamente collocata nel convento dei frati antoniani di Issenheim, a Sud della cittadina alsaziana. Si tratta del capolavoro noto come «polittico di Issenheim» (1512-1516), undici pannelli in legno dipinti da Mathias Grünewald (1480 circa-1528) e un gruppo scultoreo ugualmente in legno a opera di Nicolas de Haguenau (1445/1460 circa-1538).
La parte centrale dell’opera pittorica racchiude, con colori resi vividi e brillanti dall’accurato lavoro di restauro, la scena della Crocifissione di Gesù Cristo sul Golgota, fra le più emblematiche nella storia della pittura mondiale.
Compare poi, sulla destra, la figura intera di sant’Antonio Abate, cui è dedicata l’opera. Il santo è rappresentato fermo e immobile, totalmente indifferente al demone che prova a indurlo in tentazione e che, non riuscendovi, è dipinto sullo sfondo nell’atto di infrangere una preziosa finestra. A sinistra, san Sebastiano in posizione di preghiera e trafitto dalle frecce della iconografia tradizionale legata alla sua figura.
Gli altri pannelli riportano l’Annunciazione dell’Angelo a Maria, la Vergine con il Bambino, il concerto degli Angeli celesti, la Resurrezione del Cristo, la tentazione di sant’Antonio, aggredito da demoni e mostri resi con grande realismo e spunti fantastici, e l’incontro fra san Paolo l’Eremita e sant’Antonio.
La parte sottostante è costituita dalla predella detta «della Deposizione», in cui si osservano san Giovanni che regge il corpo del Cristo tolto dalla Croce, la Maddalena con gli occhi arrossati dal pianto, infine la Vergine che versa lacrime nere di dolore.
Sono preziosissime anche le statue lignee policrome che appartengono al gruppo scultoreo in origine racchiuso all’interno del polittico. Esse rappresentano sant’Antonio, sant’Agostino, san Girolamo, Gesù e gli Apostoli.
Il restauro è durato dal 2018 al 2022, ha coinvolto un comitato scientifico d’eccellenza e numerose maestranze qualificate. I restauratori in particolare si sono dedicati alla rimozione degli strati di vernice ossidata e ingiallita, rivelando la gamma cromatica dell’opera originaria. Un particolare straordinario riportato alla vista dalla pulitura iniziale dei pannelli è quello dei raggi di luce dorata che partono in basso a sinistra, dal pannello del coro angelico, e salgono verso la destra, all’immagine di Dio Padre: sgorgano dagli occhi di Lucifero e paiono tentare di raggiungere il Signore, a simboleggiare forse eterna nostalgia del Paradiso.
Un tesoro, frutto della grande tradizione artistica cattolica europea, che vale assolutamente la pena di visitare, magari proprio in questo periodo di vacanze.