Last updated on Gennaio 28th, 2021 at 01:05 pm
Dal 2020 Matteo Fraioli dirige le campagne di CitizenGo Italia e in questa veste ha promosso la recente raccolta di firme, sottoscritta da più di 40mila italiani e sottolineata da un sit-in al Viminale, che chiede al ministro degli Interni Luciana Lamorgese di abbandonare la dizione «genitori» e tornare a «padre» e «madre» sui documenti d’identità dei minori di 14 anni. Del resto uno dei pericoli che si profila dietro la «neolingua» adottata dal ministro è l’idea che si possa essere generatori di vita senza essere generatori di vita (un po’ ‒ per associazione di idee ‒ come oggi si pretende assurdamente di separare il sesso dal genere di una persona), dunque che l’intera questione sia propedeutica allo sdoganamento della «maternità surrogata», in specie quella LGBT+, con il tragico corollario della commercializzazione dei bambini.
Perché l’iniziativa del ministero degli Interni va nella direzione del riconoscimento dell’«utero in affitto»?
La ratio che giustifica la dicitura «padre» e «madre» nei documenti per i minori non fa capo a un capriccio “tradizionalista”, come qualcuno ora sembra suggerire, ma è il presupposto logico per cui la burocrazia indentifica i legami di generazione. Le dizioni «padre» e «madre» si basano sulla percezione profondamente strutturante dell’individuo. Cancellarle per non discriminare realtà sparute come le coppie che hanno sfruttato e sfruttano la «maternità surrogata», che in Italia, in base alla Legge 40/2004, è illegale, significa in qualche modo legittimare chi aggira le normative italiane rivolgendosi all’estero per acquistare un bambino.
In Italia casi clamorosi di «maternità surrogata» sono quelli dell’ex governatore Nichi Vendola e del senatore Antonino Lo Giudice. Nessun magistrato è però intervenuto per far rispettare il divieto nei confronti di questo commercio di bambini…
Il guaio principale del provvedimento del ministro Lamorgese è che fa passare il messaggio secondo cui la legge italiana non conta, il diritto naturale non conta, le convenzioni internazionali sui diritti dei bambini non contano, i diritti delle donne non contano, i princìpi costituzionali fondati sul rispetto della dignità umana e contrari allo sfruttamento del corpo, in toto o in parte, non contano. La politica vorrebbe insomma renderci meri spettatori di un teatrino normativo che cambia le regole a piacimento o secondo i desideri delle lobby.
Alterare la memoria biologica naturale, rendendo il bambino cosa fra le cose, è un attacco diretto all’antropologia umana, non trova?
La decostruzione della famiglia è solo un obiettivo tra i molti. Il vero scopo è di decostruire l’essere umano: creare insomma l’uomo nuovo senza identità, senza religione, senza etnia, senza nazione, appunto senza famiglia e, perché no, anche senza sesso. Per questo il valore della famiglia, base fondativa della società e strumento di sviluppo e dell’identità della persona, va difeso strenuamente. Noi di CitizenGo lo facciamo e lo faremo, se necessario anche a denti stretti. Mercoledì 20 gennaio sono state presentate al ministro Lamorgese le prime 40mila firme raccolte in calce alla petizione per il ripristino di «padre» e «madre» sui documenti d’identità dei minori di 14 anni. È un messaggio chiaro e preciso da parte degli italiani che il ministro non può ignorare.
E ora?
La raccolta di firme ovviamente prosegue. Bisogna fermare ogni iniziativa diretta contro la famiglia e contro la dignità dei bambini prima che, magari attraverso misure emanate alla chetichella, l’Italia legalizzi il mercimonio dell’«utero in affitto», che si consuma sulla pelle tanto dei minori quanto delle ragazze schiavizzate dalle agenzie della «maternità surrogata». In un momento difficilissimo per il Paese, come quello che stiamo attraversando, il ministro degli Interni promuove un progetto ideologico che cancella i concetti di maternità e paternità per sostituirli con una sequenza numerica. Il merito del provvedimento e i tempi scelti sono francamente inaccettabili. Ci sono ben altri modi di tutelare la privacy di genitori e di minori, ma è stata invece scelta la soppressione della realtà. CitizenGo Italia farà tutto quanto è lecito fare per convincere il ministro a cambiare idea. Ogni firma apposta in calce alla nostra petizione è cruciale per il futuro della famiglia e della dignità umana in Italia.