«Carriera alias»: formare scolari senza identità sessuale

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Sulla scuola italiana torna a incombere la cosiddetta «carriera alias». Ad agitare la decostruzione della grammatica in nome del politicamente corretto è il liceo classico «Cavour» di Torino, che nei giorni scorsi ha aderito a questo regolamento che consentirà di utilizzare gli asterischi al posto delle desinenze personali maschili e femminili identificative del genere.

La petizione

Un po’ come lo «schwa», gli asterischi si pongono l’obiettivo di annullare le identità sessuali, persino nel linguaggio: per esempio, non più studenti o studentesse ma “Student*”, non più ragazzo o ragazza, ma “Ragazz*”. L’Associazione «Non si tocca la famiglia« ha lanciato una petizione, attraverso CitizenGo e con l’adesione del Comitato «Difendiamo i nostri figli», quello che viene definito «un provvedimento illegale, ideologico e pericoloso».

Provvedimento illegale

Nel testo della raccolta firme si legge che «nessuna norma, di fatto, legittima l’imposizione della «carriera alias» all’interno degli istituti scolastici (tantomeno l’asterisco, contro il quale si è espressa anche l’Accademia della Crusca». Si fa presente che «tale provvedimento rappresenta una forzatura che lede il patto di corresponsabilità educativo tra gli istituti scolastici e le famiglie», nonché che l’iniziativa è in contrasto con la Direttiva del Ministro per la Funzione pubblica dell’8 maggio 2002 “sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi” che esorta la Pubblica Amministrazione a evitare, nella redazione di qualsiasi atto, ”effimeri fenomeni di moda”».

Ideologia e pericolo

Gli estensori della petizione ritengono che la «carriera alias» sia ideologica e pericolosa. Ideologica giacché «la fluidità di genere è un concetto fortemente discutibile, antiscientifico e per nulla condiviso», pericolosa in quanto «introduce non pochi rischi per quanto riguarda il condizionamento del processo fisiologico evolutivo di un bambino o adolescente. La petizione ha già raccolto oltre 14mila firme.

Il libretto del Family Day

Giusy D’Amico, presidente di «Non si tocca la famiglia», ricorda il libretto Educazione alla affettività, un patto di alleanza tra famiglia e scuola, redatto dall’Associazione Family Day con il contributo di numerosi esperti e presentato in dicembre in Senato. Si tratta, spiega, di «un vademecum in ordine al corretto approccio su temi tanto sensibili da trattare a scuola, e che proprio sulla “carriera alias” individuano l’approccio spesso ideologico e propagandistico dell’ideologia gender, su cui porre particolare attenzione».

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