Last updated on Gennaio 28th, 2021 at 01:06 pm
Di fronte a quella che oramai è la vera e propria deriva dell’aborto fai-da-te, praticabile fra le pareti domestiche da chiunque lo voglia grazie a quelle “pillole killer” che il ministro italiano della Salute, Roberto Speranza, cerca di liberalizzare il più possibile, si tratti del RU486 o dell’«ellaOne», e mentre i benpensanti si scandalizzano se qualcuno ricorda loro che quei preparati sono veleno anche per le madri, l’Osservatorio di Bioetica di Siena ha preparato una nota sulla cosiddetta «contraccezione di emergenza» che tutti dovrebbero leggere e far leggere.
Il documento può essere scaricato gratuitamente qui.
Ma, con il permesso dell’Osservatorio, “iFamNews” ne offre alcun punti importanti alla riflessione.
- L’ormai completa “liberalizzazione” dei cosiddetti “contraccettivi di emergenza” ha causato l’elevatissima diffusione, a questo punto sostanzialmente incontrollata, di preparati studiati invece per un uso sporadico, come “caso limite” nel caso di una contraccezione fallita o non presente. I numeri, costantemente in crescita, ci parlano invece di un utilizzo che va al di là della mera “emergenza”. La conseguenza quindi è che un numero sempre crescente di ragazze, anche giovanissime, potrà assumere anche più volte in un anno il prodotto, causando un livello di assunzione del principio attivo che non era stato considerato nella fase di sperimentazione del “farmaco”.
- La possibilità che il preparato abbia un effetto abortivo non viene dichiarata nel foglietto illustrativo (in virtù dell’artificio linguistico sopra citato), inducendo quindi nella persona utilizzatrice l’errato convincimento che si tratti di un semplice contraccettivo. Ciò non è corretto a priori in quanto viola il principio della trasparenza e della piena consapevolezza del “consumatore” riguardo a ciò che sta assumendo.
- Una delle argomentazioni dei sostenitori dei “contraccettivi di emergenza” è relativa alla diminuzione degli aborti a cui si assiste in parallelo alla diffusione di questi preparati. Premesso che, come abbiamo visto, un certo numero di esiti dell’utilizzo di questi preparati causa la morte dell’embrione e quindi a tutti gli effetti un aborto, questa correlazione non è dimostrata. In molti Paesi infatti la diffusione della contraccezione di emergenza (e dei metodi contraccettivi “classici”) non corrisponde ad una diminuzione degli aborti, tantomeno tra le minorenni.
La liberalizzazione dei “contraccettivi di emergenza” può generare un’ulteriore diffusione di comportamenti irresponsabili dei giovani riguardo la sessualità, favorendo la diffusione di malattie veneree.