Stanno cercando di fermarci

Stripe blocca le tue donazioni. Scrivigli di smettere

Stripe IT

Last updated on Gennaio 5th, 2021 at 07:27 am

Qualcuno ha bloccato le donazioni che tu, come tantissimi altri nel mondo, hai mandato ad “iFamNews”. Qualcuno ha messo le mani sul tuo denaro, che è come avere messo le mani nelle tue tasche. Qualcuno ti sta rapinando della possibilità di agire adesso, in questo momento, con quella parte del denaro che, guadagnato con il tuo sudore, vuoi destinare a una causa in cui credi fermamente perché è la causa decisiva dell’esistenza.

Qualcuno broglia, froda e complotta contro te e contro la tua libertà. Qualcuno vuole impedire che tu, e tantissimi altri nel mondo, possa essere protagonista, con fatica ma con altrettanta generosità, di un’avventura splendida: quella che anche “iFamNews” vive quotidianamente, assieme a te, anzi grazie a te, e cioè la battaglia per un’informazione diversa, vera, sul diritto alla vita umana innocente che dev’essere garantito dal concepimento alla morte naturale, su matrimonio e famiglia naturale, sulle autentiche libertà della persona a partire da quella di religione, di espressione e di riunione. Ovvero per la verità delle cose e sulla persona umana.

Quel qualcuno non è un incappucciato misterioso che si nasconde dietro il divano per colpire alle spalle.

Quel qualcuno ha un nome, un volto e agisce alla luce del giorno, forte della strafottenza degli arroganti e della sicumera dei tiranni. Crede di avere il coltello dalla parte del manico, e lo agita davanti ai tuoi occhi credendo di impaurirci tutti.

Quel qualcuno è Stripe, una delle maggiori aziende mondiali per la processazione delle transizioni attraverso carta di credito, vale a dire una delle compagnie leader nel settore della tecnologia finanziaria.

Per anni Stripe è stata l’azienda di cui si è principalmente servito l’editore di “iFamNews”, cioè l’International Organization for the Family (IOF), per gestire quelle donazioni tue, e di tantissimi come te nel mondo, che ci permettono di agire quotidianamente per ciò in cui tu, come noi, credi, e così tantissimi come te nel mondo.

Venerdì 11 dicembre Stripe ha notificato a Brian Brown, presidente dell’IOF, nonché fondatore ed editore di “iFamNews”, che, da domenica 13, l’azienda avrebbe smesso di accettare i pagamenti a beneficio dell’IOF e dei suoi progetti che tu e tantissimi come te nel mondo hanno inviato e inviano attraverso i suoi servizi.

Per quale motivo? Mistero. Stripe non ha infatti fornito alcuna motivazione chiara, valida né sufficiente a spiegare questa grave decisione improvvisa, nonostante la fitta corrispondenza intercorsa fra l’IOF e i servizi di assistenza di Stripe che abbiamo pubblicato su “iFamNews” in lingua inglese.

Risultato, da lunedì 14 tutti i pagamenti a beneficio dell’IOF e dei suoi progetti processati da Stripe sono cessati. Lo strumento usato più frequentemente dai nostri donatori, cioè la carta di credito, si è trasformato in un vicolo cieco. Niente più possibilità di ricevere la maggior parte delle donazioni che i nostri amici e lettori destinano alle cause che difendiamo, soprattutto in questo periodo in cui, grazie a una importante campagna ad hoc, abbiamo la straordinaria possibilità di raddoppiare immediatamente il valore delle donazioni che tu e tantissimi altri come te nel mondo ci stanno inviando con generosità.

Stripe ha fatto solo vaghi riferimenti al proprio Service Agreement e a una certa lista di compagnie soggette a limitazioni, ma i rappresentanti dell’azienda si sono rifiutati di definire in modo più esplicito la natura delle presunte violazioni di cui “iFamNews” e l’IOF si sarebbero resi colpevoli. Stripe ha addirittura aggiunto di non poterlo fare «per ragioni di sicurezza»…

Ora, strane cose accadono sul web. Lo scrivo da sabato 12, ossia dal giorno in cui parte significativa dei nostri sistemi informatici sono andati in panne, non appena abbiamo lanciato l’iniziativa per chiedere ai nostri amici e ai nostri lettori di esprimersi liberamente e dire grazie al governo della Polonia e al governo dell’Ungheria per il coraggio con cui hanno resistito ai diktat di Bruxelles, mostrando che un’altra Europa è possibile.

Sabato 12 è il giorno che sta in mezzo al venerdì 11 dell’ultimatum di Stripe all’IOF e la domenica 13 in cui Stripe ha bloccato, per noi, accusati di un “crimine” che nessuno ha saputo e voluto definire, lo strumento attraverso cui riceviamo la maggior parte delle donazioni che i nostri amici e lettori destinano alle cause che difendiamo, soprattutto in questo periodo in cui, grazie a una importante campagna ad hoc, abbiamo la straordinaria possibilità di raddoppiare immediatamente il valore delle donazioni che tu e tantissimi altri come te nel mondo ci stanno inviando con generosità.

Come ho scritto e ripetuto, non so se quello che, dopo giorni, i nostri bravi esperti informatici sono riusciti a riparare sia stato un guasto tecnico, un errore umano o altro. Rilevo soltanto e ripeto ancora che strane cose accadono sul web per “iFamNews” e per ‘IOF negli ultimi tempi.

Quanto a Stripe, mentre l’azienda si trincera dietro accuse vaghe e non credibili, noi invece pensiamo di sapere quale sia il motivo degli ostacoli gravi che essa ha voluto frapporre fra te, e moltissimi altri come te, e le battaglie per la vita, per la famiglia e per la libertà che tutti i giorni, grazie a te e moltissimi come te, conduciamo con passione.

Dallo shadow-banning su Facebook e su Twitter, con cui certi contenuti che pubblichiamo vengono resi non fruibili dal pubblico, all’azione di «demonetizzazione» dei contenuti con cui YouTube decide quali video possano guadagnare e quali no in base al gradimento degli inserzionisti, fino alla soppressione di certe pagine nei risultati delle ricerche web condotte con Google, da anni il mondo liberal di Silicon Valley opera per silenziare gli avversari conservatori e mettere il bavaglio a persone politicamente scorrette come te e come tantissimi altri nel mondo. Una vera e propria tirannia dei pesci grossi e grossissimi che nuotano nel mare dell’high tech pensando di avere il monopolio della comunicazione, dunque della verità.

Adesso i giganti di questo villaggio «Big Tech» hanno raggiunto anche il settore dei servizi finanziari.

Stripe ci sta boicottando perché siamo quello che siamo. Perché difendiamo la vita, la famiglia e le libertà vere. Una forma grave di censura odiosa, ingiusta e illegittima.

Stripe sta cioè dicendo a tutti coloro che difendono la vita, la famiglia e le vere libertà di lasciare perdere, di farsi da parte, di rivolgersi altrove (possibilmente in alcun luogo).

Stripe dice che “iFamNews” e l’IOF costituiscono, per l’azienda, un rischio troppo elevato. Qualcuno, infatti, potrebbe lamentarsi per ciò che diciamo e per ciò che facciamo.

Tu, cioè, e con te tantissimi altri nel mondo, sei un paria che pensa di contribuire alla causa di loser come “iFamNews” e come l’IOF.

Insopportabile. Lo abbiamo scritto a Patrick Collison, co-fondatore e amministratore delegato di Stripe.

E abbiamo lanciato una petizione popolare per chiedere a te, e a moltissimi altri come te nel mondo che Stripe ha offeso e che Stripe ha privato del potere di difendere la verità e la libertà con il frutto del proprio sudore, di fare sentire a Patrick Collison la tua voce. Firma e fai firmare quei tantissimi come te che hanno ancora a cuore la verità e la libertà, la vita umana e la famiglia naturale.

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