Socialismo contraccettivo

Nel paniere dei consumi francese entra la pillola di Stato fino alla bellezza dei 25 anni. Ecco le priorità del mondo bacato in cui viviamo

Pillola anticoncezionale

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Last updated on Settembre 15th, 2021 at 02:23 am

In Francia i giovani sono bamboccioni per decreto dello Stato, il quale dal 1° gennaio 2022 offrirà la contraccezione gratuita a tutte le donne fino ai 25 anni, visite mediche relative comprese. Non ce la fanno, le povere, e quindi vanno aiutate. Non a considerare la vita, a prepararsi, ad affrontare le evidenti difficoltà, anche di ordine economico, che metter su famiglia comporta, ma a impedirla, ad allontanarla, a contrastarla.

La misura è stata annunciata giovedì 9 settembre dal ministro della Solidarietà e della salute, Olivier Veran, intervenendo a Télématin sul canale televisivo di Stato France 2 nei dieci minuti dello spazio 4 Vérités. Non oso pensare quali siano le altre tre, anche perché la bugia già c’è. Quando lo Stato, qualsiasi Stato, usa la parola «gratuito», la mano scende subito al portafogli, visto che ciò che lo Stato spaccia «gratuitamente» lo pagano i cittadini.

Quindi da gennaio i francesi, tutti, dovranno pagare pillole e cose così per le donne fino alla bellezza del quarto di secolo per ciascheduna. E non c’è modo di obiettare: chi non fosse d’accordo, pagherà lo stesso attraverso le tasse, come impone ogni socialismo che si rispetti.

Che si tratti di socialismo lo ha del resto detto chiaramente il ministro in tivù, quando l’unica giustificazione della nuova misura che ha dato ai francesi è il costo troppo elevato della contraccezione, che la sta diradando. Le povere francesi, cioè, non avrebbero i soldi per comperarsi pillole e altri ammennicoli che impediscono la vita umana e quindi, essendo ciò per il ministro «insopportabile», la logica ridistributiva dell’Eliseo imporrà il dazio a tutti, stilando un nuovo paniere dei consumi che generosamente preveda pure la contraccezione. Come può farne, infatti, a meno una persona oggi? Sembra peraltro che questa botta di socialismo anti-vita costerà ai cittadini francesi circa 21 milioni di euro all’anno.

Ora, ammesso e non concesso che la questione stia in termini economici, appare del tutto evidente il disegno di Parigi. Pare che da qualche tempo le donne francesi concepiscano di più, quindi bisogna correre ai ripari con la pillola di Stato.  Neo-malthusianesimo classico, ma anche conferma lampante di quanto «iFamNews» va scrivendo da tempo usando l’esempio macroscopico della Cina neo-post-nazional-comunista. Quando è lo Stato a stabilire le quote demografiche, la vita non ha nulla di bello da aspettarsi. Quando la demografia è usata come arma politica, economica o persino militare, non ne viene mai nulla di buono. Quando sono i governi a decidere quanti e quando è sempre una notizia negativa, perché oggi può tornar comodo a un governo spingere sulla natalità tanto quanto domani fare il contrario. E chi paga, come sempre, compera.

Del resto non tutti sanno che la misura decisa ieri da Veran è semplicemente una estensione del servizio, dato che per le ragazze del Paese transalpino i contraccettivi sono già gratuiti fino a 18 anni. E pure in Gran Bretagna e in Spagna i metodi contraccettivi sono «gratuiti», mentre in diversi altri Paesi europei sono in vigore sovvenzioni. Dal che si evince quali siano le priorità del mondo socialista in cui viviamo, a fronte di una crisi demografica che sta travolgendo l’Occidente sul piano economico. E, il va sans dire, morale.

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