Il 17 marzo le primarie del Partito Democratico arriveranno probabilmente a una svolta definitiva. Non è detto, ma altamente possibile. Joe Biden staccherà forse Bernie Sanders nel conto dei delegati utili a ottenere la nomination del partito, non guadagnandola ancora matematicamente ma sul piano sostanziale sì.
Il 3 novembre potrebbero quindi scontrarsi Biden e Donald J. Trump. Ovvero, da un lato il presidente statunitense in carica, che tanto ha fatto e fa per la difesa della vita umana innocente, fino a ‒ platealmente, nobilmente ‒ mescolarsi con i pro lifer alla Marcia nazionale per la vita di Washington, dall’altro un finto moderato che ha all’attivo un record di tutto “rispetto”.
Per Biden, infatti, la soppressione continua di milioni di vite umane innocenti ancora nel grembo materno è un diritto intoccabile. Biden si è opposto al divieto di finanziare l’aborto all’estero con i soldi dei contribuenti statunitensi, non ritiene che le posizioni sull’aborto siano un discrimine fondamentale nella selezione dei giudici federali, rifiuta di estendere ai bimbi non ancora nati la tutela sanitaria, ha votato affinché i minorenni possano recarsi in Stati più “aperti” per abortire senza il consenso dei genitori, ha votato contro l’obbligo di notificare ai genitori di quei minorenni l’avvenuto aborto fuori porta, ha votato contro la criminalizzazione dell’eventuale danno arrecato a un bimbo nel ventre materno durante un’altra azione criminale, ha votato a favore della pratica dell’aborto nelle basi militari, ha approvato la distribuzione di contraccettivi per gli adolescenti, ha votare a favore dell’estensione della ricerca sulle cellule staminali che comporti la soppressione di embrioni umani e ha votato a favore della rimozione del divieto alla clonazione umana.
Qualcuno pensa davvero che avere a capo del Paese più potente del mondo Biden o Trump sia la medesima cosa? Che sia un problema solo degli Stati Uniti?