Scandalosi i video per l’aborto fai-da-te

Interruzione farmacologica di gravidanza fai-da-te, con tutorial online e pillole abortive a domicilio

Aborto on line

Image from Pixabay

Last updated on Maggio 21st, 2020 at 12:04 pm


La realtà supera anche la fantasia più terribile: immaginiamo una donna sola, confusa, alle prese con una gravidanza inaspettata, in un momento come questo in cui le possibilità di uscire di casa per trovare un sostegno e la necessaria compagnia sono ridotte al minimo. La rete, l’unico luogo oggi “navigabile” dove andare alla (illusoria) ricerca di sostegno, cosa propone? Tra le ultime novità spicca il sito, aperto a fine gennaio, HowToUseAbortionPill.org, presentato ufficialmente come luogo di video didattici online per insegnare agli “operatori um anitari” come somministrare aborti “sicuri” con l’utilizzo di pillole abortive. Con la gravissima preoccupazione che le misure restrittive imposte per arginare la diffusione del coronavirus impediscano alle donne di esercitare il “diritto” a disfarsi del frutto del proprio ventre, si sono viste nel mondo delinearsi una variegata molteplicità di soluzioni. Consigli via Facebook, aborti elettivi che han precedenza su terapie tumorali, prescrizioni telefoniche, e persino “telefono amico” attivo anche di notte, pur di non perdere una sola chiamata, così che proprio tutte, tutte le donne in difficoltà con una gravidanza possano “liberarsi” del peso del figlio in arrivo. Ma qui si arriva davvero al limite.

Menzogne e morte (anche della grammatica)

Seppure dichiaratamente «pensato per gli operatori» è evidente che il suddetto videocorso, gratuito, in cinque lezioni – della durata totale di meno di un’ora – sia a disposizione di chiunque lo desideri. Il sito, per altro, è impostato in modo tale che le «donne vulnerabili possono utilizzarlo per imparare a indurre da sé il proprio aborto, con istruzioni per autogestirlo fino alla 22esima settimana», come denuncia The Daily Signal. Navigando, compare (insistentemente) l’accattivante «chatbot Ally», che informa: «sono qui per assisterti nelle tue domande riguardo l’aborto tramite pillola. Iniziamo!», con istruzioni disponibili in ben 24 lingue e la continua rassicurazione «l’aborto farmacologico è semplice & sicuro per le donne da usare privatamente».

Ben lungi dall’essere rivolto agli operatori, il sito si rivolge sempre direttamente alla donna in attesa, fornendo aiuto per calcolare «da quanto SEI incinta?» e addirittura suggerendo per quale via (orale o vaginale) sia meglio introdurre la pillola nel corpo, per non farsi scoprire nel caso (frequente) in cui l’interruzione di gravidanza farmacologicamente provocata presenti complicanze e sia necessario un intervento medico.

Esiste addirittura una sezione specifica che insegna come rispondere a un medico (mentendo) nel caso (va ribadito, frequente) la donna debba richiedere un intervento d’emergenza, per non farsi “scoprire”. Potrà, per esempio, affermare «non so cosa stia succedendo, ho solo iniziato a perdere sangue», evitando di ammettere di aver preso delle pillole. Sicuramente un ottimo consiglio da dare a una persona che ha assunto un farmaco (il misoprostolo) in grado di «rilassare e aprire la cervice (aprendo l’utero), e provocare contrazioni uterine, che espellono la gravidanza» (in realtà è il feto a essere espulso, e questo determina la fine della gravidanza. D’altra parte, un sito che insegna a mentire al medico in situazione di emergenza non ha gran che a vedere con il vero…).

La descrizione successiva del “prodotto della gravidanza”, che la donna è in grado di riconoscere (soprattutto se l’interruzione avviene tra la decima e l’undicesima settimana), non merita di essere riportata: c’è un limite alla capacità di disgusto. L’importante è, soprattutto se si vive in un paese in cui l’aborto o le pillole sono illegali, «assicurarsi di eliminare qualsiasi cosa riconoscibile con cura e discrezione».

Donate a “iFamNews”, invece

Ora, torniamo con l’immaginazione alla nostra donna sola, in difficoltà, che, navigando su Internet, si trovi davanti a questo tutorial semplice e “incoraggiante” che la informa che «l’aborto farmacologico si può svolgere in tutta sicurezza nella propria casa», senza che nessuno se ne accorga… La “simpatica” chatbot, tra l’altro, in pochi click, è in grado di mettere la donna in contatto con associazioni disponibili a procurare i medicinali abortivi online in cambio di una “donazione” di almeno 75 euro , «ma se potete donate di più». Tutto ciò con il patrocinio di Medici Senza Frontiere che hanno collaborato alla realizzazione del sito, arrivando a definire l’aborto «una componente chiave dell’assistenza sanitaria riproduttiva» e inneggiando all’aborto farmacologico come soluzione «relativamente facile da fornire, anche negli insediamenti più remoti e con poche risorse».

Del resto anche in Colombia hanno avuto una idea simile, un pratico video diffuso su YouTube, insegna come «avere un aborto in casa». D’altra parte, afferma la conduttrice del canale che ha pubblicato il video, Mariangela Urbina, è incomprensibile come molte persone considerino ancora l’aborto «una cosa grande e terrificante, quando in realtà è [spesso] solo un caso di assunzione di farmaci». Ecco quindi alla fine del video due numeri di telefono, e un indirizzo Internet cui rivolgersi per avere il proprio «aborto sicuro in casa». Nessuna di queste organizzazioni, ovviamente, fa il minimo cenno al dramma terribile che l’aborto farmacologico porta con sé, oltre ai rischi di complicanze come aborti parziali ed emorragie, che necessiteranno di intervento medico urgente. L’importante è non fermare l’industria della morte.


Exit mobile version