RU486=veleno. Nessuno scandalo

Domande forse retoriche, ma sempre opportune

Gentili signore e signori democratici, nel senso di chi quotidianamente si asperge con la bava colante dalla bocca stracolma della «democrazia» parola, ¿qué pasa?

Mi rivolgo direttamente a voi, perdonatemi, perché immagino siate voi i corazzieri della libertà di espressione, di opinione, di stampa e di riunione; voi che vi battete per quel che Voltaire non ha detto ma arreda sempre, e cioè «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo»; che siete sempre pronti a difendere i diritti di chicchessia, scattanti per condannare i reprobi, solerti nel distribuire patenti di libertà e gagliardi nel controfirmare licenze di liceità.

Che vi succede ogni qualvolta qualcuno osa esercitare la propria libertà di espressione? Puntuali come i treni di Benito Mussolini, vestite i panni degli indignati speciali, dei delatori e dei gendarmi.

Come mai la vostra ansia di democrazia si ferma regolarmente sulla soglia di quel che volete voi? Perché chi non la pensa come voi non gode della vostra abnegazione?

Vengo al punto. Da giorni va in scena l’ennesima pantomima. Da giorni compaiono per le città d’Italia manifesti che denunciano il Ru486 come una pestilenza e da giorni voi anime belle della «democrazia» a singhiozzi vi stracciate le vesti.

Cosa c’è che non va in quei manifesti di Pro Vita e Famiglia?

Sono esteticamente molto belli, quei manifesti: un lavoro di comunicazione e di grafica eccellenti. Vi si vede una donna bella come belle sono le donne. Giace a terra avvolta in un candido indumento essenziale, le labbra colore della melagrana. Una mamma. In mano stringe ancora una mela rossa cui ha avuto il tempo di dare un morso soltanto. Poi è stramazzata a terra. Avvelenata. Proprio come Biancaneve, vittima del filtro di una strega gelosa e livorosa. Poche parole spiegano la scena. La pillola abortiva RU486 agisce come un veleno, mettendo a rischio la salute e la vita di una donna che, incinta, l’assuma per sopprimere la creatura che porta in grembo nel momento esatto in cui procede a uccidere detta creatura.

La Biancaneve sui manifesti sta male per colpa del RU486 oppure è addirittura già morta. La Biancaneve sui manifesti potrebbe essere tua figlia, tua sorella, tua nipote o tua cugina, tua moglie o la tua fidanzata, oppure quella tua cara amica.

La causa è quel veleno che ammazza e che ferisce, che il ministro italiano della Salute, Roberto Speranza, ha disposto, con un tweet di agosto, possa essere impiegata fino alla nona settimana di vita del bimbo nel grembo della propria madre e senza ricovero.

Il RU486, infatti, non serve a nient’altro che a sopprimere vite umane e a ferirne altre: ammazza la vita ospitata e mette a serio rischio la vita ospitante. Come si può definire altrimenti una cosa così se non «veleno»?

Ora, gentili signore e signori democratici, cosa c’è che non va? Il manifesto di pro Vita e Famiglia è ben curato, professionale, bello, e colpisce immaginazione, cuore e ragione; è efficace, è sobriamente scarno, è diretto ma soprattutto dice una cosa in cui credono tutti coloro che ritengono l’aborto un diritto, una cosa in cui credete tutti voi. Forse che infatti qualcuno non creda che il RU486 uccide un bambino nel grembo della propria madre? Ovviamente no. Altrimenti non verrebbe assunto: assunto addirittura fino alla nona settimana di vita del bimbo nel grembo della propria madre e senza ricovero, come ha decretato il ministro Speranza. Se non abortisse, il RU486 non verrebbe venduto e non lo si sarebbe ulteriormente liberalizzato con un pernacchio estivo. Il RU486 viene infatti portato in palmo di mano perché è un’arma che non sbaglia un colpo nelle mani di quello che Papa Francesco chiama «sicario», cioè colui che pratica l’aborto.

Tutti coloro che ritengono il RU486 utile ed efficace ritengono il RU486 utile ed efficace perché sanno che il RU486 è utile ed efficace come un veleno.

Dov’è, dunque, lo scandalo? Dov’è lo scandalo di dire che il RU486 uccide i bambini nel ventre delle mamme? Dov’è lo scandalo di dire che il RU486 funziona?

Dov’è lo scandalo di dire che il RU486 utile ed efficace per sopprimere i bambini mette, come dimostra la scienza, in grave pericolo la salute e la vita della mamma? Chi vuole impiegare il RU486 per sopprimere efficacemente il bambino che una mamma porta in grembo in ragione dell’efficacia di quel veleno inesorabile non vuole ricordare che, sopprimendo la creatura che porta in grembo con il RU486, una mamma rischia salute e vita? Dov’è lo scandalo di dire che la Terra gira attorno al Sole? Non c’è. Voi gentili signore e signori democratici dovreste dunque essere i primi ad affiggere quei manifesti che dicono e che ripetono la verità per cui il RU486 viene sponsorizzato, consigliato, veduto e impiegato. Ovvero perché fa bene il proprio mestiere, perché ammazza efficacemente.

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