Last updated on aprile 6th, 2021 at 05:27 am
Speranza di morte è ancora, ma intanto la vera speranza divampa. «Il “no” deciso dalla Regione Marche di non far somministrare la pillola abortiva RU486 nei consultori territoriali è una decisione importante e significativa, presa per tutelare la salute delle donne, il cui merito va non solo al Consiglio regionale ma anche alle battaglie delle Associazioni Pro Life sempre attive sul tema». È ciò che ha dichiarato oggi il vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Isabella Rauti, responsabile del dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili del partito. «Una decisione», sottolinea la senatrice, «che contrasta la direttiva del ministro Speranza e che va nella direzione di tutelare la salute delle donne e di difendere il diritto alla vita senza curarsi delle accuse di oscurantismo mosse strumentalmente da una sinistra ipocrita». Una dichiarazione puntuale, che riprende e amplifica il sano squillo di rivolta lanciato ieri dalla Giunta regionale della Regione Marche, che ha bocciato la proposta di seguire in loco le arbitrarie linee guida del ministro della Salute uscente, anzi uscito, Roberto Speranza, per nulla obbligatorie e in contrasto con la Legge 194/78.
Fratelli d’Italia, ha precisato la Rauti, «porta avanti da sempre la battaglia in favore del valore della vita e contro tutte le violazioni della Legge 194, sia quelle riguardanti la mancata attuazione di misure di prevenzione e di sostegno alle donne nonché sulla rimozione degli ostacoli che inducono la donna a ricorrere all’Ivg, e sia quelle più recenti ‒ contenute nelle linee guida del Ministro Speranza ‒ che trasformano definitivamente i Consultori in centri per abortire, lasciando le donne più sole e vittime del “fai da te” della pillola abortiva, senza ricovero». Sono, tiene a precisare la senatrice Rauti, «tutte scorciatoie che solo l’ipocrisia di sinistra può spavaldamente spacciare per passi in avanti in favore delle donne e della salute femminile».
Fratelli d’Italia è poi intervenuta ancora sulla questione poco fa grazie a Chiara Colosimo, consigliere in Regione Lazio, che, sull’«ennesima mozione della Sinistra per sollecitare la Giunta ad “aumentare la consapevolezza sulle possibilità di abortire”» ha chiesto venisse inserita anche la corretta informazione sui rischi. «Davanti all’ennesima inutile e ideologica mozione sull’aborto di “una parte politica”», dice, «ho rivendicato il diritto alla vita. Ne è seguita una levata di scudi condita dall’appellativo “vergogna”, ma ho risposto così alle femministe “de noantri”» [cliccare sull’immagine]: