Pedopornografia, si sprofonda sempre più

Nuovo agghiacciante rapporto di «Meter». Parlare di lobby è totalmente riduttivo

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Last updated on aprile 14th, 2021 at 10:37 am

I bambini, sempre più connessi a Internet, ne rimangono intrappolati. Basta partecipare a una chat su un gioco online apparentemente innocuo per essere adescati. Dietro il tablet, oltre alle maestre che tengono le lezioni a distanza, sono in agguato anche i pedofili, una rete nella rete su scala mondiale. Monitorarli, denunciarli e, soprattutto, dar loro la caccia, non è un’impresa semplice per le polizie nazionali. Occorre una collaborazione a livello globale e intervenire in tempo reale per bloccare i siti temporanei sui quali nel giro di pochi minuti si scambiano decine di migliaia di filmati di violenza sessuale contro i minori.

All’opera delle istituzioni si affianca la caccia grossa di Osmocop, l’Osservatorio Mondiale contro la Pedofilia fondato dall’associazione Meter di don Fortunato Di Noto, che ha pubblicato il proprio Rapporto annuale 2020 sulla nuova forma di schiavitù e sul traffico dei minori.

È una sfida anche tecnologica, a chi riesce a utilizzare i mezzi più avanzati per individuare il cyber-pedofilo, come la piattaforma altamente sofisticata, nata nel 2014, per l’analisi della rete e la raccolta delle segnalazioni di sfruttamento sessuale dei bambini. In questo modo è possibile ottenere in tempi rapidi una grande quantità di informazioni, inoltrando una denuncia ben circostanziata alle autorità competenti. E non è sufficiente un esercito di tecnici informatici per combattere le battaglie, ma nel corpo d’armata sono stati reclutati anche psicologi e psicoterapeuti che aiutano a riconoscere dinamiche ed evoluzione della psiche e delle emozioni di chi si serve della rete.

Lo sforzo si concentra in particolare in America e in Europa. Si fa presto a censurare i profili degli avversari politici o a gracidare contro il “discorso d’odio”, accusando di omofobia a destra e a manca, solo che poi ci si dimentica che il problema, in Occidente, sono le aziende che gestiscono i server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico. Colpirle, significa anche indebolire il meccanismo economico sottostante: i continenti più ricchi risultano essere i “padroni del web”, fornitori di servizi per utenti pervertiti.

Senza dimenticare che, sempre più spesso, il problema nasce fra le mura domestiche e che l’ultima tendenza registrata è il fenomeno delle madri che abusano dei propri figli: sono stati infatti segnalati 2.652 tra video e foto contenuti in cartelle nominate «pedomam», «familypedo» e «mamborn». È accaduto per la corruzione dei singoli, certamente. Ma anche per la mancanza di una resistenza all’offensiva culturale che punta a sdoganare le azioni più abiette e a farle accettare dal punto di vista morale e sociale.

C’è un programma politico, cioè, che avanza e che si propone di istituire la «giornata internazionale pro-pedofilia» e di raccogliere fondi a cui si aggiunge l’attività di militanza di chi fornisce consigli su come adescare i bambini, indicando siti web dove è possibile trovare foto e video con contenuti pedopornografici.

Innumerevoli sono i gruppi, “le stanze”, dove si raccontano le storie di incontri sessuali con minori e dove si somministrano test per “misurare” l’attrazione sessuale verso i bambini.

Parlare di lobby è insomma riduttivo. Sono organizzazioni, con un proprio logo, anzi almeno cinque diversi simboli che identificano i BoyLover, i Litlle Boy Lover, i GirlLover, i ChildLover e i Child Love Online Media Activist.

Di fronte a questa avvenuta trasformazione dell’animo umano, sembra perdere senso anche la domanda: “Ma non si vergognano?”. Servono urgentemente altri strumenti, altre strategie, altri obiettivi, non solo terapeutici. Non è sufficiente l’esecrazione, nemmeno nella modalità carceraria. Qualcuno pensa alla castrazione chimica dei colpevoli. Comunque la si consideri, si tratta di una soluzione ex post, che si adotta quando ormai il danno è compiuto. Avvisare, lanciare l’allarme, consigliare i genitori è più che mai necessario. L’ideale però sarebbe prevenire, con un’azione di contrasto che parta da un ripensamento sugli effetti nefasti prodotti dalla rivoluzione sessuale su tutto il corpo sociale. 

E poi bisogna pensare anche alle vittime, a ricostruirne i tratti devastati della personalità, affinché non rimangano travolti perennemente dalle proprie esperienze e non divengano orchi a propria volta.

Il Centro di Ascolto è il cuore di Meter, il luogo dove si accoglie, si presta attenzione, si accompagna, ci si prende cura e si orienta. Magari anche recuperando gli stessi pedofili, che non sono gli ultimi ad avere bisogno di misericordia.

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