Pedopornografia a livelli allarmanti

Traffici e retate in Italia e nel mondo. L’allarme di «Terre des Hommes»

Orco

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Last updated on aprile 6th, 2021 at 05:31 am

Il portale pornografico più famoso del mondo, Pornhub, un gigante da 13,5 milioni di video, lucra, come ha documentato The New York Times, su video di violenze sessuali perpetrate ai danni di minorenni, tanto che colossi come Visa e Mastercard hanno deciso di impedire che si possano pagare con le carte di credito dei propri circuiti gli abbonamenti ai servizi premium di quel provider. E così Pornhub ha deciso di eliminare i video caricati da utenti non verificati, fra i quali può annidarsi appunto chi sfrutta la pornografia minorile. Quanti video siano stati però bloccati in questo modo, dunque quanti video di pedopornografia violenta fra essi, non è chiaro.

Ovvero, razionalizzando: 1) la pornografia in sé non viene minimamente scalfitta da questa serrata; 2) la pornografia continua a essere un circuito mastodontico che genera profitti stellari; 3) per caricare video sul più grande provider mondiale di pornografia basta essere utenti certificati; 4) i video degli utenti non certificati sono stati eliminati da Pornhub, ma nessuno ne conosce il numero; 5) non vi è certezza di avere così eleminato tutti i contenuti pedopornografici perché non è attestata la corrispondenza univoca fra video di stupri sui minori e utenti non certificati; quindi 6) il problema è stato affrontato solo parzialmente. Forse del tutto insufficientemente.

Fatti

Ieri la Polizia postale italiana ha portato a termine una maxioperazione, denominata «Luna park». Con essa gli agenti infiltrati nelle reti di messaggistica Telegram e WhatsApp hanno permesso di smantellare 16 associazioni criminali dedite alla diffusione di materiale pedopornografico con l’identificazione di oltre 150 gruppi pedofili, il coinvolgimento di 432 persone in tutto il mondo, tra cui 81 italiani, e 17 arrestati in flagranza di reato.

Di fronte a questi risultati, la Federazione internazionale Terre des Hommes, la rete di 11 organizzazioni nazionali impegnate nella difesa dei diritti dei bambini fondata a Losanna, in Svizzera, nel 1960, ricorda, con cifre agghiaccianti, che non bisogna abbassare la guardia.

La pornografia minorile, dice un comunicato diffuso ieri da Terre des Hommes, è in «ascesa inarrestabile». In Italia sono infatti «[…] 5.930 i minori vittime di reato nel 2019, il 60,5% delle quali bambine e ragazze (-1% rispetto al 2018, in cui erano 5.990), ma se si prende in considerazione il periodo che va dal 2009 al 2019 – che mostra un aumento del 41% di questi reati – il fenomeno della violenza sui bambini rivela tutta la sua drammatica realtà con una crescita in quasi tutte le fattispecie di reato. In particolare, negli ultimi 10 anni i reati di pornografia minorile hanno avuto un drammatico aumento del 333%, passando da 58 a 251, con una netta prevalenza di bambine e ragazze: il 74% delle vittime. Anche nel confronto con il 2018, la pornografia minorile è il reato che aumenta di più con un incremento del 26%, ossia 52 vittime in più rispetto al 2018. Ancora più impressionante l’aumento del 700% nel decennio (+11% rispetto al solo 2018) delle vittime del reato di detenzione di materiale pornografico, per l’84% bambine e ragazze».

Segni

Negli ultimi 10 anni la pedopornografia online, documenta l’organizzazione, è cioè aumentata a dismisura e «bisogna inoltre mettere in evidenza che l’allarmante crescita di questa tipologia di reati viaggia in parallelo con la crescita esponenziale della domanda e dell’offerta di materiale pornografico, ormai disponibile gratuitamente, in modo pervasivo e alla ricerca costante della differenziazione e di emozioni sempre più forti».

E per quanto possano «incidere fattori come la condizione socio-economica delle famiglie, il miraggio di guadagni facili, il coinvolgimento diretto delle ragazze e dei ragazzi in cerca di riconoscimento dal mondo degli adulti o di autonomia (ricordando che questo reato non ammette “consenso”, come ricordato dalla Corte di Cassazione), niente può cambiare il dato oggettivo che vede i minori sempre più vittime di un reato che lede i diritti fondamentali alla protezione e al benessere come sanciti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989 e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (art. 34), oltre che ingrassare la criminalità organizzata, onnipresente sul mercato della pornografia online». I segni dei nostri tempi sono questi.

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