Last updated on marzo 1st, 2020 at 09:26 am
Un paio di settimane fa, alle 21:00 di un giovedì sera qualsiasi, sul secondo canale della NPO, Nederlandse Publieke Omroep (la radiotelevisione pubblica dei Paesi Bassi), è andato in onda un episodio di Danny op Straat, un programma molto seguito di indagine giornalistica su temi e questioni legati ad ambienti e luoghi solitamente molto chiusi.
Nel corso della puntata Danny Ghosen, il creatore del programma, ha intervistato Nelson (così, senza cognome: e ci mancherebbe), pedofilo e attivista pro pedofilia, che ha sostenuto con naturalezza la tesi della perfetta legittimità della sessualità fra adulti e bambini o ragazzini e ha avanzato l’intenzione di istituire un partito politico per rendere legale il sesso con i bambini.
L’episodio è stato ripreso dal sito web NL Times e, grazie a Twitter, ha avuto grande eco nel Paese, suscitando, fortunatamente e a buon diritto, numerose voci di sdegno. L’emittente si difende affermando che il programma tratta proprio di anfratti nascosti e di sub-culture che altrimenti non verrebbero indagate, e che in ogni caso Ghosen, in tutta la puntata, si mostra molto critico nei confronti di Nelson e delle sue posizioni.
Ora, a prescindere dalla follia di quanto affermato dall’uomo, per cui i bambini (parliamo della fascia d’età 4-14 anni, che egli trova specialmente attraente) sarebbero perfettamente in grado di acconsentire consapevolmente a un rapporto sessuale, sconcerta persino il conduttore dell’intervista il fatto che Nelson non riesca neppure a prendere in considerazione il trauma subito dai piccoli: sostiene che lo capirebbe in caso di abuso, ma che ciò non ha nulla a che fare con lui.
PNVD, il partito pro pedofilia
A voler essere onesti, un partito politico pro pedofilia nei Paesi Bassi è già esistito: fondato nel 2006, senza rappresentanza in parlamento e con tre soli membri noti, il Partij voor Naastenliefde, Vrijheid en Diversiteit, PNVD (in italiano «Carità, Libertà e Diversità», e la traduzione non è uno scherzo), fu poi sciolto nel 2010, travolto da scandali e da controversie.
Il programma di partito, oggetto a suo tempo di una interrogazione scritta al Parlamento Europeo, prevedeva l’abbassamento a 12 anni o anche l’eliminazione di qualsiasi limite di età per il consenso a rapporti sessuali e “romantici” con adulti, oltre che per il gioco d’azzardo e l’assunzione di droghe leggere (già, non dimentichiamo questo aspetto). Unica eccezione, i rapporti di dipendenza e inter-familiari. Si voleva altresì legalizzare la prostituzione, la pornografia infantile e infine la zoofilia.
In modo alquanto bizzarro, il programma del PNVD contempava anche un trattato universale di garanzia di tutti i diritti fondamentali per gli animali e il divieto di consumo di carne e di pesce, oltre ovviamente a vietare caccia e pesca.
Torniamo a Nelson. Nelle posizioni dell’attivista neerlendese l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti dell’infanzia, a voler usare un eufemismo, balza agli occhi. Così come evidente a ogni ragione è l’assurdità di ritenere un bambino capace “di intendere e di volere” il sesso, specie con un adulto. Giustamente nei Paesi Bassi le polemiche sono divampate e molti genitori hanno levato gli scudi contro Nelson e tutto ciò che ha affermato nel corso del programma.
Ciò che realmente preoccupa, però, e che veramente mette in pericolo il concetto stesso di cura e di custodia dei piccoli che compete agli adulti come dovere assoluto, è lo scivolamento della pedofilia da “impensabile” a “l’hanno detto in TV”: una finestra di Overton che deve rimanere chiusa.