Last updated on Febbraio 19th, 2020 at 03:29 am
Tanto rumore per nulla. O quasi. Il vespaio di polemiche suscitato dalle dichiarazioni sull’aborto del segretario della Lega, Matteo Salvini, ha confermato che il tema, a quarantadue anni dall’approvazione della legge 194, resta un tabù. È bastato davvero poco per provocare la reazione delle vestali del motto «Il corpo è mio e decido io». Il leader del Carroccio non ha infatti manifestato alcun intento di scardinare la 194, eppure si è trovato dinnanzi un muro di dita puntate. Quel “poco”, tuttavia, ovvero la riflessione di Salvini, apre una fessura di dibattito interessante.
Ma andiamo con ordine. Nel corso di un convegno della Lega a Roma, l’ex ministro dell’Interno ha introdotto la questione partendo da alcuni casi di cronaca che gli sarebbero stati riferiti dal personale sanitario di un ospedale milanese. «Delle infermiere del pronto soccorso di Milano mi hanno segnalato che ci sono delle donne, né di Roma né di Milano, che si sono presentate per la sesta volta per un’interruzione di gravidanza». E ha quindi aggiunto: «Io rispetto il diritto di scelta di tutte le donne, ma la settima volta è un rischio per la salute». Tutto qui? Niente affatto. L’immediata reazione dei media ha portato Salvini a tornare sulla questione, in serata, attraverso una diretta Facebook durante la quale ha posto l’accento sulla necessità di informare sul fatto che reiterare l’aborto nuoce alla salute: «A fronte di certi eccessi, ritengo che una comunità non possa far finta di niente». Salvini ha infine lodato il lavoro dei Centri di aiuto alla vita, che accompagnano al parto donne con gravidanze difficili: «Sono contento di aver contribuito alla nascita, all’ospedale “Buzzi” di Milano, di un Centro di aiuto alla vita che ha fatto nascere 700 bambini che altrimenti non sarebbero mai nati. Se si riesce a evitare un’interruzione di gravidanza dettata da soli motivi economici, uno Stato serio lo fa».
«Conferma letteratura scientifica»
Insomma, è bastata tale sortita di Salvini a provocare gli strali dei fautori dell’aborto libero. Eppure, rileva ad “IFamNews” Massimo Polledri, neuropsichiatra e già deputato della Lega, «queste dichiarazioni sono pienamente in linea con l’art. 32 della Costituzione sulla tutela della salute da parte della Repubblica». A tal proposito Polledri ricorda che «tutta una letteratura scientifica» fa luce sulle possibili conseguenze dell’aborto: sindrome post-traumatica da stress, depressione, maggiore inclinazione al suicidio. Come mai allora tanto clamore? «In una società in cui si mette in dubbio tutto, esistono tuttavia, ipocritamente, dei pilastri indiscutibili. La 194 è tra questi. Nonostante siano passati oltre quarant’anni dalla sua approvazione, non è lecito riflettere su come venga applicata oggi», afferma Polledri. «In un Paese serio», prosegue «non farebbe scandalo Salvini che parla di aborto, ma il fatto che ci siano donne costrette ad abortire più volte. Si guarda il dito e non la Luna».
«Parole da pro-life»
Salvini, secondo l’attuale deputato della Lega Alessandro Pagano, «con queste dichiarazioni dimostra ancora una volta di avere una visione pro life, che coincide con quella del partito». Contattato da “IFamNews”, il parlamentare del Carroccio ritiene che quelle di Slavini siano parole «in linea di continuità con la proposta di legge 1.888 sul suicidio assistito, di cui sono primo firmatario, che mirava a tutelare la vita, nonché con le prese di posizione della Lega contro la deriva eutanasica della legge 219/2017 e con le dichiarazioni sempe dello stesso Salvini contro la liberalizzazione delle droghe, anche quelle cosiddette “leggere”».
Questa visione pro life cui fa riferimento Pagano potrebbe portare la Lega ad aprire il dibattito su una revisione della legge 194? «Basterebbe applicarla anche nell’art. 1», risponde Pagano, «che è un caposaldo e che “riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio”. Basterebbe che i consultori contribuissero ‒ e qui cito l’art. 2 della legge ‒ “a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza”». Conclude il deputato: «È meritorio ciò che ha fatto Salvini: per la prima volta dopo anni ha riproposto il tema dell’applicazione piena della legge 194». I posteri sapranno se alle dichiarazioni di ieri seguiranno fatti.