Madre incinta contesta il lockdown: arrestata. È la nuova normalità?

Ammanettata e portata via davanti ai figli perché protestava. Insorgono le associazioni per i diritti umani

Madre australiana contro il lockdown arrestata

Screenshot from https://youtube.com/watch?v=EQMoSgVedYE

Last updated on Settembre 9th, 2020 at 12:52 pm

Chissà precisamente cosa intendesse il segretario del Partito Democratico (PD), Nicola Zingaretti, quando, nei giorni scorsi, ha auspicato una «rivolta popolare» contro «chi ancora nega l’esistenza di un immenso problema», ovvero il CoViD-19. Essendo Zingaretti una persona autenticamente democratica, è d’obbligo ritenere che non fosse sua intenzione fomentare aspre divisioni in seno al popolo italiano, né voler impedire la libertà d’espressione a chi contesta la politica adottata dal governo per contrastare la pandemia.

L’arresto di una madre

Siamo dunque sicuri che il leader del PD non condivida affatto ciò che è recentemente accaduto in Australia. Nello Stato di Victoria, dove è in vigore il lockdown, la polizia ha arrestato una donna incinta davanti al compagno e ai due figli. Il motivo? La giovane madre, 28 anni, stava promuovendo su Facebook il «Freedom Day», una protesta contro la misura del lockdown indetta per oggi, sabato 5 settembre. Il video dell’arresto è diventato virale: in poche ore è stato visualizzato da oltre 2 milioni di utenti nel mondo.

La telecamera riprende i due agenti che entrano nell’abitazione della donna e la ammanettano nonostante lei affermi di essere incinta. «Non ho idea del perché voi, ragazzi, stiate facendo questo», dice. «Ci sono i miei due figli, ho un’ecografia tra un’ora». E ancora: «Non pensavo di fare nulla di sbagliato». Ma le sue lamentele non hanno sortito l’effetto sperato. La donna è stata la quarta persona arrestata con l’accusa di incoraggiare la partecipazione al Freedom Day. E la polizia di Victoria ha affermato in una nota che «chi sta ancora pensando di partecipare alla protesta può aspettarsi una risposta rapida e decisa della polizia».

Le polemiche

Al di là dell’opinione di ciascuno in merito all’opportunità di contestare le stringenti misure anti-contagio, la vicenda ha suscitato forti polemiche nel Paese. L’associazione di avvocati Victorian Bar ha criticato l’atteggiamento dei poliziotti e il suo presidente Wendy Harris ha espresso «preoccupazione» che l’azione degli agenti «sia apparsa sproporzionata rispetto alla minaccia presentata».

Sugli scudi anche Human Rights Watch, che, attraverso la direttrice per l’Australia, Elain Pearson, ha sottolineato come «arrestare le persone in maniera preventiva per avere organizzato proteste pacifiche o per aver postato sui social è cosa che accade nei regimi autoritari ma non deve succedere in una democrazia come l’Australia». In un editoriale sul The Australian, la giornalista, celebre nel Paese, Caroline Overington ha definito il fatto «dittatoriale e pericoloso».

Lockdown australiano

Nello Stato di Victoria, a fronte di una sensibile risalita dei casi di CoViD-19, a inizio agosto è stato decretato un nuovo e vieppiù stringente lockdown. Le persone possono uscire solo per andare al lavoro o per motivi sanitari, le uscite per acquistare generi alimentari sono limitate a una al giorno per nucleo familiare. Consentite tuttavia le attività fisiche all’aperto nei pressi della propria abitazione, ma non più di una volta al dì. Dalle 20 alle 5, è coprifuoco. Tale situazione dovrebbe essere mantenuta almeno fino al 13 settembre.

Pareri discordanti tra la popolazione: c’è chi è favorevole dal momento che le severe misure hanno rallentato i contagi, ma anche chi le contesta per i loro effetti collaterali come la crescente povertà. Accogliere la dialettica politica e la manifestazione pacifica delle diverse opinioni, del resto, è un tratto caratteristico di ogni democrazia, siamo convinti che ogni leader autenticamente democratico ne sia ancora convinto. L’arresto di questa madre incinta no, non può essere la nuova normalità.

Exit mobile version