Last updated on Luglio 30th, 2020 at 04:07 am
Ci sono poche cose turpi come la violenza sui bambini. Suscita raccapriccio il solo pensiero di poter levare la mano sui piccoli. Ci fa letteralmente vomitare la sola idea della pedofilia. Giustamente, perché per istinto l’uomo è sensibile ai più deboli, ai più indifesi, agli innocenti. Sbaglio, non per istinto: per connaturalità al bene, alla purezza, alla nobiltà, alla grandezza, alla sete di totalità e di eternità che purezza, nobiltà e grandezza veicolano, simboleggiano e contengono. La sola idea che l’uomo possa toccare l’innocenza di un bambino ci impatta come innaturale.
Eppure non è così sempre, lo sappiamo perfettamente. L’uomo è sublime e abissale allo stesso tempo. Il medesimo uomo che si spalanca alla sublimità dell’innocenza infantile può trasformarsi nell’orco ferale che azzanna e che dilania. La violenza sui più piccoli, infatti, persino la pedofilia esistono e dilagano.
Ora io mi chiedo come sia possibile che in un Paese civile, la Romania, qui dietro il nostro cortile, nelle scuole elementari sia stato possibile che durante i corsi di cosiddetta “educazione” sessuale voluti per legge i piccoli studenti abbiano dovuto subire la descrizione di un rapporto sessuale tra persone omosessuali senza che nessuno si stracciasse le vesti, senza che l’Europa scendesse in campo, senza che le associazioni per i diritti umani urlassero, senza che le organizzazioni per i diritti civili piangessero, senza che le Chiese tuonassero, senza che il Me Too denunciasse, senza che le femministe manifestassero, senza che striscioni e bandiere sventolassero dai balconi e sulle piazze, senza che i cori da stadio si levassero, senza che le strade s’infiammassero. Me lo chiedo e non trovo risposta.
Certo, qualcuno ha urlato, le famiglie rumene e la Chiesa ortodossa rumena. Ma il loro grido non ha trovato eco, non è rimbalzato, non ha bucato il video, non è diventato virale, non ha generato hashtag. E così l’orco ha potuto proseguire indisturbato nella sua mattanza finché, finalmente, non è stato fermato. Ma anche un solo giorno di quell’aggressione immonda ai più piccoli è stato troppo. E resta, come una macchia indelebile. Come tutte le macchie indelebili sul vestito dell’umanità resta a monito. L’orrore, diceva il comandante Kurtz, l’orrore deve accadere, è opportuno, dice il Vangelo, che gli scandali avvengano. Per farci capire, per farci san(t)amente paura. Guai però a chi gli scandali li provoca.