L’era dell’aborto al telefono

Portento della scienza umana: generi una vita “per sbaglio”, e c’è pronto sul comò lo smacchiatore universale

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Non si ferma la corsa all’aborto “anticontagio”, l’aborto procurato attraverso una pillolina ina ina e “fai-da-te” che evita alle madri che vogliano sopprimere la creatura che portano in grembo di recarsi in quegli ospedali pieni di ammalati… dove si rischia la vita per il coronavirus. In Italia viene proposto dalle pagine del Corriere della Sera, mentre nel Regno Unito è già una realtà.

Al mosaico britannico di cui “iFamNews” ha parlato ieri ora si aggiunge anche il tassello del Galles. Ne dà notizia la BBC, ripresa in Italia dall’AGI.  Tutto si consuma attraverso «[…] l’assunzione di due pillole lo stesso giorno o due in giorni diversi». E così, «mentre affrontiamo la crisi del Covid-19, la sicurezza pubblica è la nostra priorità numero uno», dichiara il ministro della Salute Vaughan Gething, precisando che l’autorizzazione all’aborto a domicilio «è una misura temporanea per garantire che le donne possano continuare ad accedere a questi servizi chiave senza essere esposte a rischi inutili durante questi tempi difficili». Altre notizie britanniche dicevano invece che l’“emergenza” abortiva potrebbe durare anche due anni, chissà poi perché.

Ora, da lì non si riesce proprio a schiodarsi: l’aborto come «priorità» e come «servizio chiave». Più se ne legge e più non si riesce a capacitarsi di come la nostra civiltà possa considerare il gesto di una madre che elimini volontariamente la creatura totalmente indifesa che ha concepito e che porta in sé come una «priorità» e come «servizio chiave».

La ricetta per compiere questo abominio arriva puntualmente anche in Galles dietro «[…] prescrizione medica telefonica»: il va sans dire, viviamo tempo pericolosi in cui tutti cercano di conservarsi cara la pelle. Tutti tranne i bambini nel ventre materno. Le madri intenzionate a eliminare il figlio che hanno in seno «potranno farsi prescrivere sia il “mifepristone”, pillola solitamente assunta presso una clinica registrata, che il “misoprostol”, la cosiddetta pillola del giorno dopo da prendere a domicilio 24-48 ore dopo il rapporto sessuale». Portento della scienza umana: generi una vita “per sbaglio”, e c’è pronto sul comò lo smacchiatore universale. Nemmeno il raffreddore passa così in fretta.

Ora, queste madri, sentito il luminare di turno (letteralmente: il medico che risponde dal nascosto di un telefono in tuta da casa e barba incolta, oppure il mezzo busto in camice immacolato sopra e brache corte sotto se trattasi di videocall), si firmeranno l’autodichiarazione per uscire di casa scrivendoci sopra: “Vado in farmacia per far fuori mio figlio?” («fare fuori» è un’espressione libera e laica, l’espressione che per l’aborto ha usato Papa Francesco).

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