La scia della cultura woke: La ridefinizione della lesbica da parte della Johns Hopkins University

L'università di sinistra sferra un attacco ironico alla sua stessa università


La marea apparentemente inarrestabile della cultura woke ha investito la Johns Hopkins University, modificando in modo significativo il suo “Glossario LGBTQ” e, nel processo, distorcendo il termine “lesbica”. La rinomata università di Baltimora definisce ora una lesbica come un “non-uomo attratto da non-uomini”. Questa nuova definizione cancella il significato convenzionale e non riconosce il significato culturale del termine a favore di un’interpretazione più generalizzata e vaga.

La linea guida aggiornata evita apertamente il termine “donna”, ignorando la concezione convenzionale secondo cui una lesbica è una donna attratta da altre donne. Questa nuova definizione è inclusiva delle persone non binarie, ma sembra dissolvere la distinzione rappresentata dalla “L” di “LGBTQ”. È sconcertante, e persino paradossale, osservare la sedicente sinistra progressista impegnata in quella che sembra essere una guerra contro le donne, cancellando le distinzioni tradizionali all’interno della stessa comunità che pretende di proteggere.

Questa manovra della Johns Hopkins University non è sfuggita alle critiche, in particolare di J.K. Rowling, la celebre autrice di “Harry Potter”. La Rowling, lei stessa femminista liberale, ha criticato apertamente queste politiche identitarie estreme, evidenziando le potenziali insidie della corsa all’inclusione illimitata. Queste misure spesso servono a confondere la discussione, generando confusione anziché l’inclusione prevista.

Ironia della sorte, la direttrice del programma “equità ed educazione LGBTQ+” della Johns Hopkins University, Paula Neira, è un uomo transgender, rafforzando così una narrazione che enfatizza l’identificazione personale rispetto alle realtà biologiche. Questo potrebbe essere visto come una regressione a un periodo privo di comprensione scientifica, se non fosse che questa nuova età oscura è illuminata dalle luci al neon della diversità, dell’equità e dell’inclusione, dove l’ideologia spesso prevale sul buon senso.

La Johns Hopkins University è stata costretta a rimuovere il glossario LGBTQ dopo aver scatenato polemiche online. Tuttavia, il servizio si è concentrato meno sulla chiara assurdità del messaggio dell’università e più sulla sua capitolazione di fronte al contraccolpo. I cambiamenti attuati alla Johns Hopkins sono emblematici del più ampio panorama dell’istruzione superiore in America, dove il conformismo ideologico sembra sostituire l’impegno al rigore intellettuale e al dialogo. È giunto il momento di riconsiderare il potere incontrollato esercitato dai sostenitori della cultura woke nelle nostre istituzioni educative, nelle aziende e nel governo, per ripristinare veramente la nostra società libera.

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