La professoressa pro-aborto scatena una polemica con le sue osservazioni sugli aborti tardivi

La professoressa Wendy Savage, presidente del gruppo pro-aborto Doctors for Choice UK, ha suscitato polemiche con le sue osservazioni sul tema degli aborti tardivi. Durante una discussione alla radio LBC su un caso specifico di aborto tardivo, la professoressa Savage sembrava suggerire che l’alto numero di morti di bambini nel Paese giustifica la fine deliberata della vita di un bambino vitale. La sua dichiarazione è stata ampiamente criticata e bollata come insensibile.

Non è la prima volta che la professoressa Savage affronta le critiche per le sue opinioni. Nel 2017, ha espresso il suo sostegno all’aborto selettivo, sostenendo che costringere una donna a portare avanti una gravidanza contro la sua volontà non sarebbe positivo per il bambino. Ha anche chiesto la depenalizzazione dell’aborto.

Il British Pregnancy Advisory Service (BPAS), il fornitore di aborti coinvolto nel caso di cui si sta discutendo, sta ora sfruttando la situazione per fare pressione sul Governo per una modifica della legge che consenta l’aborto fino alla nascita. La BPAS ha dichiarato apertamente il suo desiderio di eliminare tutti i limiti di tempo gestazionale per l’aborto.

Right to Life UK, un’organizzazione pro-vita, ha condannato le osservazioni della professoressa Savage e ha evidenziato la discrepanza tra le sue opinioni e l’opinione pubblica. Un recente sondaggio ha mostrato che il 70% delle donne ritiene che l’attuale limite temporale di 24 settimane per l’aborto dovrebbe essere ridotto a 20 settimane o meno, e solo l’1% dell’opinione pubblica ritiene che l’aborto dovrebbe essere disponibile fino alla nascita. Il sondaggio ha anche rivelato un forte sostegno per vietare esplicitamente l’aborto selettivo di genere.

Right to Life UK sostiene la necessità di migliorare l’assistenza alla gravidanza e alla maternità, per aiutare le donne che devono affrontare decisioni difficili, piuttosto che ricorrere a porre fine alla vita dei bambini in tali circostanze. Chiedono appuntamenti di persona prima degli aborti per garantire l’accuratezza gestazionale e chiedono un’inchiesta completa sulla BPAS per il suo coinvolgimento in un aborto tardivo.

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