La Francia in bilico. Sul baratro?

In terza lettura in Assemblea nazionale e in Senato la controversa "loi bioéthique", anticamera dell’incubo

Torre Eiffel

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Last updated on Giugno 5th, 2021 at 03:47 am

Ritorna all’esame dell’Assemblea nazionale della repubblica francese la cosiddetta loi bioéthique, di cui «iFamNews» ha già dato conto in numerose occasioni, durante l’iter nelle Camere.

La legge si propone di rivoluzionare molti temi estremamente sensibili, fra i quali la procreazione medicalmente assistita (PMA) aperta a tutte le donne, comprese le single e le coppie omosessuali, la conservazione degli ovociti, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, nonché termini e condizioni per l’aborto volontario.

Dopo due letture da parte dell’Assemblea e due da parte del Senato, dopo la discussione di innumerevoli emendamenti, neppure la Commissione mista paritetica, composta da egual numero di deputati e di senatori, in febbraio, è riuscita a trovare un accordo fra le proposte diverse avanzate dalle due Camere. L’Assemblea nazionale, infatti, si attestava su posizioni di apertura e di accettazione assolute, laddove invece il Senato ha cercato successivamente di limitare la portata della legge, introducendo di nuovo il divieto alla creazione di embrioni transgenici, di embrioni chimera e di gameti artificiali, nonché eliminando lo «stress psicologico e sociale» della madre dalle condizioni possibili per accedere all’aborto.

L’Assemblea si trova ora a dover riesaminare di nuovo quasi 1700 emendamenti e la discussione fra i deputati si aprirà lunedì 7 giugno. Dal 24 giugno è poi prevista anche un’ulteriore lettura, anche in questo caso la terza, da parte del Senato.

Ciò accade mentre un gruppo di 80 parlamentari appartenenti al partito Les Républicains si appella all’esecutivo affinché l’esame della legge sia rimandato, in ragione della crisi sanitaria e di conseguenza anche sociale, economica, dei tribunali che perdura nel Paese, dedicando il 2022, per altro anno delle nuove elezioni presidenziali in Francia, a un «dibattito democratico reale».

Il timore infatti è che la spinta del governo, anticipata dal presidente Emmanuel Macron addirittura nella campagna elettorale che l’ha portato alla presidenza nel 2017 e con l’appoggio di un’Assemblea a larga parte favorevole, conduca giocoforza già entro l’estate all’approvazione della «PMA libera», considerata l’anticamera neanche troppo celata della maternità surrogata.

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